242 che sapeva essergli i più contrarii (1), e perciò spedì a Venezia alcuni suoi fidati sotto la scorta di Nicolò Tignoso e di Bartolomeo Gratario da Mestre, i quali mettevano capo da una vecchia merciaia detta la gobba. La trama fu svelata da due meretrici (2) e preso il Gratario fu decapitato, il Tignoso fu condannato a dieci anni di prigione e poi bandito (3) ; altri ebbero altri castighi (1372). Voci allarmanti corsero per la città, avere Francesco mandato uomini ad avvelenare i pozzi (4), o piuttosto, come appare da una provvisione vinta in proposito nel Consiglio dei Dieci, ad appiccare il fuoco (5), onde furono dappertutto raddoppiate le guardie, pattuglie giravano le strade e i canali ; proibito „ 1’ uscire con armi : ogni ingresso in Venezia diligentemente custodito. Per tal modo accendevasi sempre più l’odio contro il Carrara nel petto d’ ogni cittadino, e si fa chiaro come il popolo per tutte queste ragioni e poi per la guerra di Chioggia irritato all’ estremo contro quella famiglia, applaudisse più tardi allo sterminio di lei. Cominciava quindi la guerra. I Veneziani distruggevano per prima tutte le opere del Carrarese verso le lagune, (1) 4 genn. 1373?4 procedasi contro Bartolomeo Malveno che avea accolto in sua casa alcuni malfattori per uccidere un nobile veneto, Misti t. VI, 125 t.° e contro Bartolomeo de Treville detto Conza venuto durante la guerra di Padova per uccidere nobili veneti ib. p. 126 e contro Rafaldo suo compagno e Pietro di Canossa 21 febb. 1373. (2) Quod iste due mulleres detineantur, 17 maggio 1373 p. 122. Cons. X. (3) 12 agosto 1372 quod possit subvenire Nicolao Tignoso graviter carcerato de pecunia sibi reperta ducat. XI1II, ad partem sic mdebitur consiliariis p. 107. (4) Così le Cronache e il Cittadella, St. de’ Carraresi I, 311. (5) Quod ista persona nominata nobili viro s. Thom. Sanuto consiliario velie per dn~o Paduae ponere ignem inestinguibilem in do-mibus aliquorum nobìlium et arsen. detineat et statim fiat colegium q. habeat libertatem examinandi et tormentandi predictam personam per habenda veritatem et etiam detinendi similiter examinandi et tormentandi omnes alias q. dicto colegio vidébuntnr culpabiles. Misti VI, 112 t.° Cons. X.