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sio de Banoli (1) nativo delle Baleari, che si era distinto nella guerra di Ferrara contro gli stessi Veneziani e or prometteva mettersi ai servigi loro con due figli, due fratelli e mille cavalli : uno di quei capitani di ventura, che poi tanto si moltiplicarono in Italia, quando, spento 1’ entusiasmo nazionale o di parte, fu trovato più comodo il far la guerra con truppe mercenarie, e sorse gara a chi più potesse stipendiarne per essere poi da quelle o tradito
0	signoreggiato.
    Fu Dalmasio accettato, e alla primavera si mandarono rinforzi di navi sotto Zara, comandati da Baldovin Delfino (2), nel tempo stesso che Dalmasio si avvicinava colle truppe terrestri. Fece il Delfino azioni da valoroso, ed i Zaratini, vedendosi nell’imminente pericolo e non ottenendo
1	soccorsi sperati dall’ Ungheria, si volsero a Maladino bano di Croazia, che accorso con buon numero di cavalli si accampò per modo che i nemici non potessero impedire l’introduzione dei viveri nella città e così poco o nulla venne fatto ai Veneziani in quella state. Se non che volendo Maladino ritornare a’ suoi paesi, persuase a’ suoi protetti di venire ad un accomodamento coi Veneziani, ai quali mandò egli stesso preliminari che furono rifiutati, rispondendo invece la Repubblica con altre condizioni, ma lasciando in pari tempo nella facoltà dei capitani e proveditori di procacciare il meglio che potessero (3). Allora Maladino prese a trattare direttamente col Dalmasio che sapeva
si dovessero sì nel pubblico che nel privato restringere tutte le spese superflue.
    (1)	De Lirnolis lo chiama la Parte in M. C. 17 feb. 1312 (1313) che lo dichiara cittadino veneto, insieme con Rinaldo e Pietro de Ba-nolis, ma sembra un errore. Presbiter 213.
     (2)	Si era questi già distinto nel combattimento contro i seguaci del Tiepolo a Rialto nel 1310. Cic. lscr. I, p. 75.
    (3)	28 agosto 1313 in Cons. dei XV.