42 sene però ad ogni s. Michele gl’ individui, i quali non potevano essere rieletti e la cui elezione, affinchè fosse fatta con ponderato e scrupoloso giudizio, dovea seguire per due mani di elettori (due collegi elettorali) e a pochi per volta nei mesi d’ agosto e di settembre. Tale fu l’istituzione di quel Tribunale divenuto poi tanto famoso sotto il nome di Consiglio dei Dieci e del cui capitolare o regolamento interno e delle incumbenze e del modo di procedura avremo ad occuparci nel capitolo seguente. Intanto Bajamonte non posava : le sue mire prendevano un’ indole sempre più manifestamente pericolosa alla Repubblica, la quale perciò non lasciava di tenerlo continua-mente d’ occhio. E di grande importanza a questo proposito la relazione che ci fu conservata d’ una spia, destinata a seguirlo in uno de’ suoi viaggi a Padova e ad introdursi nei colloqui eh’ egli colà teneva co’ suoi aderenti. Racconta la spia (1), in data 16 aprile 1311 : il giorno del venerdì santo, Bajamonte Tiepolo essersi recato a Padova, ove sceso alla casa di ser Tiso da Camposampiero, pranzò con lui ; dopo il pranzo essersi tenuto numeroso convegno in casa di messer Albertino da Carrara, a cui intervennero tra altri Jacopo, Ubertino ed Albertino da Carrara, Enrico Scrovegno, Marsilio Papafava, Macaruffo e Barnaba fratelli dei Macaruffi, Frica de Malitiis, Musato fratello dell’ abate di S.a G-iustina, Albertino Musato, due figli di Madonna Zi-lia de’ Sanguinacci, Pietro de Altoclinio, Rolando di Piaz-zola, Matteo Frilardo, due monaci neri di S.a Giustina ed altri molti per modo che piena era la camera. Erano altresì all’adunanza due ambasciatori (ambasciatores) di Rizzardo da Camino (poi vicario imperiale a Treviso), Nicolò Qui-rini e Giovanni Quirini ecclesiastico. Levatosi in piedi Ba- (1) Comm. I, p. 162.