261 Nulla di ciò nei Bizantini, i quali raccontano semplice-mente la cessione fatta di Tenedo ai Veneziani e la fuga di Giovanni dal castello per intelligenza col carceriere (1). Salvatosi presso il sultano Bajazid (2), potè col soccorso di questo riacquistare il trono e far dichiarare suo successore Manuele, mentre Andronico otteneva in suo dominio quanto ancora restava dell’ impero bizantino fuor delle mura della capitale, cioè le città di Selimbria, Eraclea, Rodosto, Da-nias e Panidas alla Propontide e Tessalonica (3). Carlo Zeno intanto correndo i mari della Grecia, erasi unito alle galee di Michieletto Giustinian e faceva continue prede sui Genovesi, e quando, dopo tentato invano Chio, entrò in Costantinopoli, trovò che Calojanni, espulso Andronico suo figliuolo, avea ricuperato l’impero e che tutta la città era venuta alla sua obbedienza, eccetto la fortezza presidiata da trecento genovesi, che fu poi altresì espugnata coll’aiuto dell’ armata veneta (4). Aveano tentato i Genovesi, soccorsi anche da alcune galee di Andronico, d’impadronirsi di Tenedo, ma furono con grave perdita respinti, e tornato Giovanni sui trono, le cose dei Veneziani nell’ Oriente si ristabilirono, e fu rinnovata con lui la solita tregua (5). La guerra però coi Genovesi facevasi ogni dì più inevitabile, aggiungendosi al loro rifiuto di dare soddisfazione (1) Per biennium quoque isti ('Giovanni e due figli) in tur re man-serunt evaseruntque ope cujusdam perditi nebulonìs qui vocabatur Angelus cognomenque ei erat diabolus. Duca c. XII. Anno autem quarto persuaserunt carceris prefetto, qui alimenti ipsis ministrabai, ut subji-ceret ferrum. Quo facto dissolverunt carcerem et aufugientes festina-runt ad regem Bajazetem. Calcondila de liebus, Ture. t. II. (2) Hammer e Art. de vérifier les dates ecc. (8) Franza XIII, e Calconda II, e Hammer L. VI. (4) Così il Caroldo, a maggior conferma della niuna parte avuta dal Zeno nel romanzo che gli si attribuisce. (5) 1888 Gommerà. Vili, p. 90. Vol. III. 34