81 Daniele Barbaro. « Era Pietro Gradenigo, così vi si legge, uomo accortissimo e che sempre cercò di vincere e di condurre avanti le sue proprie opinioni più presto col dissimulare, con l’arte éd accortezza, che con la forza, la quale esso soleva dire, che la non era mai da usar se non allora quando si era securi che l’adoperarla non potesse apportar nè danno, nè detrimento, nè pericolo alcuno. Fu fermo nelle sue volontà, nei discorsi pronto, e moltissimo attendeva ai suoi amici, e a quelli che aderivano al suo volere era gratissimo e beneficentissimo sopra ogni altro : e dall’ altra parte de’ nemici e di quelli che gli erano contrarii era acerbissimo . e crudelissimo persecutore e che mai si voleva saziar se non con il danno, il sangue e la morte di quelli. Nei tumulti occorsi, queste sue passioni si videro chiaramente sì che coi castighi di quelli e coi premi di questi fece tanto che ridusse il governo di Venezia al modo che bramava ». Alcune utili istituzioni però contrassegnarono il suo principato, come 1’ ordinamento dei Sopraconsoli allo faccende dei fallimenti, alcune riforme e addizioni alle leggi e 1’ ampliamento dell’ arsenale facendo fabbricare sopra un terreno già appartenente a Cà Molin quella parte che poi ampliata fu detta 1’ Àrsenal nuovo, e lì appresso lo stabilimento destinato alla fabbrica delle gomene (1) denominato la casa del Canevo (canape) e Tana dalla città della Crimea donde questo prodotto abbondantemente ritraevasi. Operoso ed attento nel procacciare alla Repubblica vantaggi commerciali in virtù di trattati coi vicini e coi lontani paesi, ne concluse nel 1309 con Adria che allora avea proprio podestà e consiglio (‘2), coi Veronesi per una (1) Ven. e le sue lagune, parte II, p. 104. Ed inoltre 8 marzo 1805. Cum Arsenatus a lutare de ponente minetur ruinam capiatur pars q. dictus arsenatus refèciatur tali modo quod ubi sunt squame tres fiant solummodo duo. Libro Magnus e Capr. 194 t. (2) Libro li1 1 ¡cu:;. Vol. in. 11