191 libro Misti del Consiglio de’ Dieci, un onorevole pudore forse ritenne quei giudici dallo scrivere il nome del capo della Repubblica fra i condannati ; il luogo ove avrebbe ad essere notata fa lasciato vacuo e le parole non scriba-tur (1) accennano alla gravità del delitto, all’ orrore e alla compassione insieme che ne venivano negli animi. Così la Repubblica fu salvata dal grave pericolo che la minacciava, pari all’altro_del 1310 a’ tempi di Bajamonte Tiepolo ; e come a solenne memoria di questo era stato decretato festivo il giorno di s. Vito con processione ed atti di ringraziamento al cielo, così ora si fece pel giorno di s. Isidoro, 16 aprile, in cui alla processione e messa solenne nella Basilica di s. Marco assisteva il doge colla Signoria e coi capi dei Dieci. Decretava il Consiglio de’Dieci 1’ 8 gennaio 1364 m. v. che, ad esempio e terrore dei traditori, non potesse mai venir annullata in alcuna parte la condanna contro Marin Falier (2) e il 16 marzo 1366 si cancellasse la sua effìgie di mezzo a quelle degli altri dogi (5) : un velo nero ne copre tuttavia il luogo coll’iscrizione : Hic est locus Marini Faletro decapitato prò criminibus. Restava a compensare quelli che colle loro rivelazioni aveano messo il governo sulle tracce della congiura e dei congiurati. A Marco Nigro di Castello fu data licenza di portar armi a sua sicurezza e ducati cento d’ oro all’ anno per tutta la sua vita ; altre provvigioni furono date a Roberto Trevisan il quale, ricercato da Nicoletto Doro d’ entrare a parte della congiura, andò a rivelar tutto al doge, e a Marco Fava calafato che avea preso Nicoletto Fedele figliuolo del Calendario. Ma specialmente fu premiato il Beltrame (1) Misti IV, pag. 33. (2) Misti VI, pag. 22. (3) Misti VI, p. 46.