212 consiglieri ducali e dei capi della Quarantia (1), coll’obbli-go di dimorare in palazzo : la carica di vice doge fu conferita a Marco Soranzo (2); fu statuito che i figli o nepoti del doge non possano accettare nessuna commissaria od amministrazione da alcuno (3). Dodici patrizii andarono, secondo il costume, a levare il Celsi, il quale tenne il suo ingresso a Venezia il 21 agosto 1361. Ei ci viene descritto come magnanimo personaggio, desideroso dell’onore e dell’incremento della sua patria (4), ma d’indole imperiosa e superba, molto studioso di tenere bella scuderia di cavalli, sui quali spesso in compagnia di molti gentiluomini si mostrava per la città (5) ; e che dilettavasi inoltre di raccogliere ricca collezione d’ uccelli e d’ altri animali imbalsamati. Raccontasi che ricusando suo padre Marco di scoprirsi innanzi a lui, egli sia stato il primo a porre una crocetta sul berretto ducale, onde il vecchio avesse motivo di far riverenza alla croce e non al figlio, che diceva a lui per natura inferiore. I primòrdii del suo governo furono allegrati dalle feste per la venuta del duca d’Austria (29 sett. 1361) e poco poi per quella di Pietro Lusignano re di Cipro (5 die.). L’avvicinamento del duca avea a principio destato qualche apprensione, e già si erano mandate genti nella marca trivigiana e dati gli ordini opportuni per la difesa dei luoghi, quando, avuta certezza delle sue pacifiche intenzioni, gli andarono incontro ambasciatori ad onorarlo, Pietro Morosini da s. Antonino e Giovanni Bembo da s. Canziano, cui altri aggiungono Andrea Zane (6). Conduceva seco i due ambasciatori veneziani (1) Libro Novella 197 t.° All’ Archivio. (2) Ibid. (3j Ibid. 196 t.° (4) Cronache Trevisan e Caresini, (5) Sanudo Cronaca. (6) Cronache Caroldo e Trevisan.