216 le dolorosissime piaghe. Sola Venezia si astenne, ed un legato papale, eh’ era venuto a persuaderla di troncare ogni relazione coi Visconti, e di non ammettere nei suoi Stati alcuno dei loro sudditi, ebbe dal senato la risposta (1) : potere il legato bene informarsi della condizione speciale di . Venezia, la quale nulla da per sè forniva di quanto al vivere è necessario, ond’ erale uopo ritirarlo dal di fuori ; sua prosperità essere fondata sui commerci, interrotti i quali non potrebbe mancare di seguirne la totale ruina ; però piacesse a Sua Santità di aver i Veneziani per iscusati, come già altre volte erale piaciuto di fare, mentre per 1’ onore e la grandezza sua la Repubblica, come sempre, sarebbesi mostrata devotissima e pronta a soddisfare ad ogni suo desiderio in tutte cose potesse. Per lo stesso motivo, di evitare ogni occasione di guerra in Italia, la Repubblica avea accomodato anche col Carrara certe nuove vertenze insorte circa alle reciproche giurisdizioni nell’ isola di s. Ilario (2), determinandosi che spetterebbe ai Veneziani il possesso fino alla tajata ossia fosso, e il resto al Carrara : nessuna delle due parti però erigerebbe fortezze : la tajata sarebbe in comune (3). Erano state pari-menti accordate le vertenze cogli Scaligeri pel transito del Po (4) ; erasi rinnovata il 15 marzo 1362 (5) la solita tregua di cinque anni con Giovanni Paleologo di Costan- (1) Caroldo. (2) La questione avea avuto origine dall’arresto che i Padovani avevano fatto sopra un territorio di s. Ilario di giurisdizione veneziana, d’una certa Cateruccia moglie di Bartolomeo detto Venier, barcaiuolo, fuggita dal marito con oggetti di spettanza di questo, per seguire un amante. La repubblica ridomandava i colpevoli, il podestà di Padova dicevali di sua giurisdizione, perchè arrestati sul suolo padovano. Commem. VII, p. 6 t ° ; 9 giugno e 3 ottobre 1362, Misti Senato p. 84 e 111. (3) Pacta V, i69, 6 luglio 1363. (4) Misti 3 luglio 1862, p. 91. (5) Pacta V, 167, Marin VI 153.