289 dicesi dalie centoquaranta alle dugento libbre e per una di esse, parte caduta di una muraglia, ne rimase schiacciato 1’ ammiraglio nemico Pietro Doria (1). Napoleone Grimaldi assunse il comando in luogo suo, il quale vedendosi sempre più chiuso dai Veneziani, concepì 1’ ardito disegno di tagliar l’isola con un canale e per questo aprirsi una via nell’alto mare. Il 13 febbraio i Veneziani, tenuta rassegna dello truppe che aveano preso al loro soldo, volsero gli ultimi sforzi contro Brondolo. L’ardore nei cittadini non rallentava : vennero ad offrirsi di servire gratuitamente Giovanni Lo-redan canonico di s. Marco con quattro servi ; Cristoforo Cortese, Nicoletto Gritti e molti altri ancora offerivano danari ; di continuo ogni giorno, anzi ogni ora, scrive il Ca-roldo, compariva qualche gentiluomo o cittadino offerendo il servigio suo in questa impresa, molto prontamente. Carlo Zeno diede furiosa battaglia al porto di Brondolo (2), i Genovesi furon posti in fuga, il ponte si ruppe (3), parte di essi affogò nelle onde, gli altri vennero in mano ai vincitori; Brondolo fu perduto pei Genovesi. Grande era quindi la costernazione in Chioggia, e i Genovesi cominciavano ad avvedersi che solo i pronti aiuti dalla patria avrebbonli potuti salvare. Difatti Genova informata del blocco di Chioggia avea fatto uscire il 18 gennaio 1380 un’ altra flotta di venti galere comandata da Matteo (1) Chinazzo. Leggesi in Verci t. XV, p. 38 dei docum. « Trevisani soccorrono i Veneziani... et desparando la galla de Trevisani una arteleria over bombarda contro le mura di Brondolo dette nel campanile del palazzo il qual fracassò et cascando mezo, dette su la testa a Piero Doria genovese allora capitanio de tutta l’armata de genovesi ». Ex tabulario civitatis Tarvisii 1380, 25 gennaio. (21 Cod. DCCXCIV. (3) Vi perì il genovese Tomaso de Guano, valoroso capo di armigeri. Stella.