1(50 altri projettili, i nemici avere però ad onta di ciò scalato le mura donde scacciati i difensori erano balzati a terra, poi correndo ad incendiare le porte dell’ arsenale, erano penetrati da tutte le parti nella città ; allora esser divenuta generale la fuga ; egli tuttavia con soli dodici uomini essersi fatto loro incontro, ma i Genovesi gridando Vivano i Lombardi già tutto occupavano, incendiavano, predavano, finché ben carichi di bottino se n’ erano partiti. Il Yiaro, posto tuttavia sotto processo, fu assolto il 18 febbraio 1352/3 (1) ; il Ruzzini, che troppo tardi aveva fatto venire i soccorsi da Candia, fu spogliato del comando nella seguente campagna. Questi però non erano se non i preludii della furiosissima lotta che preparavasi, ed i Veneziani, determinati a fiaccare all’ intutto quegli odiosi rivali, si volsero a procacciarsi straniere alleanze. Conclusero a quest’ oggetto un trattato con Pietro re d’ Aragona, il quale fra le altre cose s’ obbligava a fornire diciotto galere bene armate per portare la guerra ai Genovesi nella lor propria riviera ; do-veano essere equipaggiate dalle genti del re, ma spesate per due terzi dalla Repubblica (2). Altro trattato segnavano i Veneziani con Giovanni Cantacuzeno (10 nov. 1349) (3), imperatore di Costantinopoli, il quale lagnandosi dei tanti soprusi dei Genovesi, che si erano impadroniti di Scio, Fogia e Mitilene, e da Pera aveano osato molestare ed insultare perfino la capitale, prometteva equipaggiare ai loro danni dodici galere armate della sua propria gente, ma sostenendo anche di queste (1) Leges M. Oons. t. XII. (-2) Il trattato fu ratificato il 2 lug. 1351. Coni. IV, p. 195. Il trattato è a p. 185. (3) Pacta V, 113. Il doge è intitolato duca di Venezia, Dalmazia, Croazia e signore di altre terre e isole.