98 vico, in Gei’mania, ove morì (1). Così crescevano le confusioni, così i partiti per dissensioni politiche ed ecclesiastiche inferocivano, ed il governo veneto costretto a stare attentamente sulle guardie, prendeva quei rigorosi provvedimenti, di cui abbiamo fatto cenno parlando della congiura di Boemondo Tiepolo (2), e procedeva con rigore a soffocare ogni nuovo movimento, che assai probabilmente era in relazione con le cose d’Italia. Nè le armi sul mare posavano ; che a causa delle molestie genovesi fu mandato Giustinian Giustiniani con quattordici galee a correr le acque di Levante, e Paolo Morosini con quattro alla custodia di Negroponte. Or avvenne che Ottone Doria, incontrati otto legni mercantili a Lajazzo, li predasse ed i mercanti li riscattarono per ottomila ducati (3), ma il governo diede tosto ordine al capitano Giustinian Giustiniani, di cui si diceva avesse la vittoria in seno (tant’ era fortunato nelle sue imprese !) andasse a vendicare 1’ oltraggio. Uscito con quaranta galee, non solo predò diverse navi genovesi, ma si volse perfino contro il loro principale stabilimento di Galata. I Genovesi furono quindi obbligati a restituire gli ottomila ducati ed a pagare in due rate'tutte le spese della spedizione. Le relazioni diplomatiche del doge Soranzo furono assai estese; mandò ambasciata e conchiuse trattato nel 1314 con Federico re di Sicilia (4), e ricevette lettere di scusa dal suo successore Alfonso per alcune molestie da' suoi recate ai Veneziani (5) ; fece trattato di commercio con Matteo Vi- (1) Cicogna Iscrizioni I, 199. (2) Pag. 48. (3) Barbaro Cronaca. (4) Cod. XL, cl. XIV lat., p. 56 alla Marciana. (5) Ib. pag. 19, anno 1318.