129 le perplessità dei Fiorentini per poco che non facessero svanire ogni speranza di pace. Finalmente venne stabilito : che gli Scaligeri cederebbero al Comune di Firenze i luoghi di Pescia, Baggiano, Colle ed Altopascio coi loro distretti ; che Treviso col suo territorio, la terra e il castello di Castelbaldo, non che Bassano colle sue adiacenze passerebbero sotto al dominio dei Veneziani, salvo sempre ai sudditi degli Scaligeri che vi avessero possessioni, il loro diritto su queste ; le truppe scaligere che si trovassero in quei luoghi potrebbero partire liberamente ; fosse libero il passaggio del Po senza turbazione o molestia di marinai, mercanti o passeggeri, e con esenzione d’ ogni gravezza; i patti antichi tra Verona, Vicenza e la Repubblica veneta si confermassero e mantenessero : sarebbero dagli Scaligeri dati compensi per tutt’ i danni cagionati e le somme ingiustamente tolte ai monasteri o ai privati cittadini veneziani prima della guerra, e ciò fino alla somma di ducati dieci mila e non più, da liquidarsi fra sei mesi; fosse compreso nella presente pace Ubertino da Carrara, al quale gli Scaligeri non avrebbero a recare per 1’ avvenire alcuna molestia e al quale i Veneziani cedevano Castelbaldo, Bassano e il suo territorio ; le figlie del defunto Rizzardo da Camino sarebbero sotto la protezione della Repubblica per la conservazione de’ loro beni e diritti ; il vescovo di Parma riavrebbe le sue possessioni come aveale prima che gli Scaligeri s’impadronissero di quella città : sarebbero inclusi nella pace i de Rossi e conserverebbero i loro castelli e possidenze ; si assegnerebbero dalla camera di Parma o dagli Scaligeri a Rolando de Rossi fiorini cento d’oro al mese, sua vita durante, e ad Andreasio suo fratello altri cinquanta ; si guarentirebbero i beni e castelli a Vivario di Vivario nel territorio veronese e vicentino con esenzione di gravezze, e con assegnamento di fiorini cento d’ oro al mese, obbligandosi Vol. III. 17