251 prometteva che nel trattato di pace sarebbe compreso il Carrarese. Sostenevasi adunque con varia vicenda la guerra (1) : finche per la mediazione del re d’ Ungheria, fu conchiusa il 3 novembre una tregua che durar dovea fino alla Pentecoste e da questa per un anno ancora sulla base dei possedimenti attuali. Alla tregua seguì la pace definitiva, per la quale restituita ai Veneziani la rocchetta di s. Vettore e della Chiusa, gli ostaggi furono liberati e le cose tornarono a quiete. I prosperi successi di Venezia ridestavano le antiche gelosie di Genova, a mala pena contenute dalle interne agitazioni di quella repubblica dopo la pace del 1355, e nuovo motivo di guerra veniva da parziali fatti in lontane regioni. Le prime manifestazioni d’animo ostile avvennero in Cipro. Tornato re Pietro I di Lusignano dal suo vano viaggio fatto in Europa a raccogliere sussidii per la guerra contro i Turchi, trovò la moglie Eleonora infedele, e portatane 1’ accusa all’ alta corte di giustizia, questa, pensando di sopprimere quel fatto scandaloso o per altro che si fosse, dichiarò la regina innocente. Pietro l’ebbe a sommo insulto, e trasportato da un furore frenetico, si diede per vendetta a vituperare quante donne di nobili venivangli in capriccio e a vessare questi con ogni sorta di gravezze e oppressioni. Laonde formatasi contro di lai una cospirazione, alla testa della quale era lo stesso suo fratello, principe (l) Essendo morto sotto Feltre valorosamente combattendo Giacomo Burio da Trieste, la Repubblica, a dimostrare come ella sapesse rimeritare i servigi a lei resi, depose alla Camera degl’imprestiti lire trecento dei grossi cioè 3000 zecchini da aumentarsi per gl’ interessi fino a che la figlia del Burlo fosse da marito, la quale premorendo, la stessa somma avesse a passare al figlio o figlia che la vedova del Burlo rimasta incinta avesse partorito. Altra somma fu pagata al padre per soddisfare ai debiti che quel benemerito ufficiale avea incontrato all’ esercito. Caroidq