206 scerebbe da questi uscire pirati : scambio reciproco de’ prigioni : sicurezza e libertà di commercio ai Veneziani nelle terre e nei porti del regno ; insorgendo querele e violazioni circa al pi’esente trattato, sarebbe la decisione rimessa nel giudizio arbitrale del papa. Altro atto dello stesso giorno regolava le condizioni dei possessori 'di stabili nelle terre del re, i quali continuerebbero a goderne tranquillamente, tranne che in Zara e Nona, ove sarebbero tenuti a spogliarsene, ricevendone entro due mesi il compenso secondo la stima, e ciò allo scopo di togliere ogni scandalo futuro (1). Fu codesta pace assai mestamente intesa dal popolo, ma in essa vediamo per la prima volta la Repubblica seguire quella politica, che vedremo poi ripetersi; di rinunziare a tempo opportuno a possedimenti la cui conservazione riuscivale costosa o di grave pericolo, nella speranza di riacquistarli a migliore opportunità, come avvenne appunto della Dalmazia. Al qual proposito Nicolò Trevisano, distintissimo personaggio contemporaneo e che scrisse la Cronaca de’ suoi tempi, prorompe in amara esclamazione, per la quale ricordando quanto frequenti erano state anche in addietro le rivolte di quel qaese, come il conservarlo fosse più di danno che di vantaggio, applaude alla fatta cessione ed esorta i successori a non più pensarci. Oh chi avrebbe detto al Trevisano che i Dalmati appunto sarebbero stati un giorno i più validi difensori della Repubblica, i più fedeli tra i suoi sudditi, compensando largamente di sacrifizii e d’amore le passate incostanze politiche ! Benché durasse l’esacerbazione dei Veneziani contro il Carrarese, tuttavia essendosi egli posto sotto la protezione del re d’ Ungheria (2), conveniva rispettarlo, e gli furono (1) Ad tollendum omne scandalum. (2) Doc. 1572 nel Verci 5 mag. 1353.