198 Carrarese richiesti nelle presenti condizioni incomportabile peso ; non essere del resto nè giusto, nè conveniente di dargli in balia, come domandava, i beni dei vicini che offendessero il signor di Padova, ma che la Repubblica metterebbe ogn’ impegno di fare che i possedimenti di lui soffrissero i minori danni possibili. Il Carrara, avuta questa risposta, continuava a tenersi sitile generali, ed il Vitale, veduto alfine che altro non se ne poteva ottenere se non vane parole, ripatriò, e la Repubblica s’ apparecchiò a sostenere da sè sola la guerra (1). Intanto re Lodovico penetrava nella Dalmazia e lasciatovi buon polso di genti a farne la conquista, s’ avviò con altro potente esercito alla volta d’Italia. Entrato nel Friuli e avanzando a grandi giornate, s’ impadronì di Sacile e Co-negliano e tra non molto giunse sotto Treviso. Zaccaria Contarini podestà e Fantino Dandolo provveditore di Co-negliano furono pel poco valore dimostrato in quell’ occasione condannati dal Maggior Consiglio (2). Le cose della guerra esigendo secretezza nelle deliberazioni e prontezza di esecuzione, fu, secondo il solito, nominata apposita giunta di venticinque distinti personaggi per trattare le faccende ad essa relative (3). Ma in questo mentre venne a morte 1’ 8 agosto 1356 il doge Giovanni Gradenigo, uomo, come scrive il Barbaro, dotato di grande memoria e perfetta cognizione delle leggi, che voleva strettamente osservate. Fu sepolto nel Capitolo dei Frati Minori, e gli fu dato a successore il 13 agosto 1356 Giovanni Delfino. Il nuovo doge trovavasi allora appunto stretto d’ asti) Caroldo. Vedi anche Cod. CLXIX, cl. VII it. Ambasciatori a’ Principi. Nulla di tutto questo nel Cittadella Storia dei Carraresi. (2) 23 lug. 1856. (3)' L. M. C. t. XIII, 28 giug.