321 tro Firenze e Bologna, e disperdendo le sue truppe lungo tutte le frontiere toscane, non poteva venire a decisiva giornata, i Padovani al presentarsi delle bandiere carraresi, stanchi dell’ oppressione del Visconti, si movevano improvvisamente a rumore, ed il Novello entrava nella città il 18-giugno pel letto del Brenta ove scarsa era 1’ acqua ed un solo steccato di legno chiudeva l’ingresso. Accolto e festeggiato dai cittadini, ricevette il domani mentre trovavasi sulla piazza la notizia che anche le terre vicine si erano per lui dichiarate, e allora prostrandosi in xnezzo al suo popolo rese grazie a Dio ad alta voce di tanti favori di cui rico-noscevasi indegno. Alla notizia della ristorazione del dominio carrarese a Padova, anche i Veronesi tentarono cacciare i viscontiani gridando il nome della Scala, ma la sollevazione fu repressa e fieramente punita. Il Carrara mandò tosto notizia della sua fortuna a Venezia, a Firenze, a Bologna, a Ferrara, specialmente raccomandandosi alla veneziana repubblica, la quale infatti gli fornì armi e munizioni, rispondendo alle lagnanze del Visconti, 1’ alleanza essere stata fatta tra la Repubblica ed esso Visconti contro Francesco il vecchio, non contro Francesco suo' figlio, nè contro i Padovani (1), che chiesto le aveano soccorso per tornare sotto il loro naturai signore. Questi avvenimenti aveano obbligato Gr aleazzo a ritirare parte delle sue truppe dalla Toscana, e i Fiorentini, Chiamato in soccorso il conte Giovanni III d’ Arma-gnacco francese, e avendo al loro soldo il famoso Hawkwood, penetrarono nella Lombardia fino all’ Adda, ma poi 1’ imprudenza dell’ Armagnacco fece perdere tutt’ i frutti di si vantaggiosa campagna e l’Hawkwood si acquistò novella fama di espertissimo capitano per la bella ritirata eh’ ei seppe eseguire. Alla fine tutte le parti cominciarono a sentire (1) Marco Barbaro. Cod. CCCXLVI, cl. VII alla Marciana.