100 agli scabini di Bruges ringraziandoli prima di tutto della giustizia usata verso Alipetro Busacarino ad istanza della Repubblica. Si lagnerà poscia degl’ indebiti aggravii dei quali vengono caricati i mercanti ed altri fedeli del suo dominio che colle galee veneziane colà si recano, e pregherà voler-neli sollevare, acciocché possano sempre più e con maggior frequenza recarsi in quelle terre e mercanteggiarvi. Cerchi di ottenere che la nazione possa avervi come in altri luoghi il proprio console con facoltà di giudicar le questioni che potessero per avventura insorgere tra i Veneziani ; che questi non sieno detenuti per qualche debito senza essere stati prima convinti in giudizio, ma debbano soltanto dare malleveria di sottomettersi al giudicato; che sia permesso ai Veneziani di vendere le loro merci senz’ alcun impedimento, e dividere le loro balle in poche o molte partite a propria volontà, come altresì mettere in mostra la seta ed altri generi in qualsiasi giorno; che le sensarie sieno ridotte a prezzo onesto, essendo ora troppo gTavoso. Ricorchi inoltre 1’ uguaglianza dei pesi sì per i Veneziani che per i Fiamminghi ; che le navi e i mercanti veneziani possano partirsene quando lor pare e piace. Ottenuto che abbia l’assenso, se ne faccia fare pubblica e solenne scrittura. Che se poi non potesse ottenere tutte queste cose o parte di esse almeno, si recherà in Anversa ove i nostri furono bene accolti 1’ anno scorso, poiché senza i patti suddetti gli uomini e gli averi di Venezia in Bruges correrebbero grave pericolo ». In seguito alla suesposta commissione si ottennero infatti 1’ anno appresso (1320) lettere del duca di Brabante (1), il quale assicurava che i cittadini e sudditi della Repubblica verrebbero bene accolti e protetti nelle sue terre, e nel 1322 altro favorevole trattato fu concluso colla città di Bruges (2). (1) Ott. 1820 da Brusselles Commem. II, p. 92. (2) Commem. II, 120 ambasc.i Pietro Zeno e Perono Giustinian.