365 lire, i loro prodotti, la popolazione ecc. Viaggiai ore instancabile fu cinque volte in Cipro, Armenia, Alessandria, Rodi, Tolemaide, osservò i costumi, le leggi, le condizioni tutte dei Turchi, visitò poi la Schiavonia, 1’ Alemagna, Bruges, 1’ Alsazia, la Francia, e fece tesoro di tante cognizioni da poter corredare il suo libro anche di mappe rappresentanti il Mediterraneo, il mare col continente, la Terra santa e 1’ Egitto (1). D’ altre notizie geografiche e d’ altre mappe arricchirono la scienza i due distinti viaggiatori Nicolò ed Antonio Zeno figli di Pietro (il vincitore di Smirne) e fratelli del famoso Carlo. Nicolò, dopo la pace di Torino, armato un bastimento si recò in Fiandra e in Inghilterra, ma sorpreso da fiera tempesta andò a rompere in un’ isola da lui dette Frislandia e che dovrebb’ essere una delle Shetland. Colà accolto da un principe eh’ egli chiama Zichmni vi dimorò qualche tempo, chiamò a sè il fratello Antonio e con lui fece lunghi viaggi nei mari settentrionali. Morto poco poi Nicolò, Antonio restato al servigio del principe continuò i suoi viaggi, e veleggiando sempre verso occidente, pervenne ad una terra che dalle indicazioni da lui date avrebbe ad essere il Newfoundland o Torranuova, ma ammutinatosi 1’ equipaggio, e per non essere sopraggiunto dal verno, tornò addietro. I due fratelli aveano anche tracciato (1) Agostini, ScrMori Veti., I, 440. Lasciò inoltre il Sanudo 22 epistole a personaggi distinti fra cui ad Ivgravivm archiepiscopum Capuae et Cancellerium regis Hier. et Sicil. 1325 in cui leggesi che Castruccio Castracani essendo nel 1309 agli stipendi degli Scaligeri fu assoldato dalla Repubblica per sei mesi sborsandogli antecipata-mente lo stipendio e prestandogli inoltre ducati 300 d’oro co’ quali si procurò una compagnia di 26 cavalli per servire in Capodistria ; dopo i sei mesi domandò la sua conferma, poi partito per andar ad impadronirsi di Lucca lasciò in vece sua un suo consanguineo. Altra epistola è diretta a Galeazzo Visconti che venuto a Venezia colla moglie in bassa fortuna fu soccorso dalla Repubblica di lire cento dei grossi (1C00 zecchini) ma poi ingrato si armò contro di essa nella guerra di Ferrara. Vol. ni. 47