92 disgustato della Repubblica, perchè questa non avea voluto affidargli tutto il danaro pel pagamento dell’ esercito (1), e convennero secretamente : che Dalmasio, lasciato il campo veneziano, entrerebbe in Zara coi suoi dipendenti ricevendo in compenso duemila ducati d’oro : che restando al presidio di quella città avrebbe mille ducati 1’ anno e una contribuzione di grano, vino ed olio : se poi preferisse trasferirsi in Puglia, avrebbe a spese dei Zaratini i navigli necessarii per sè, i suoi uomini, i suoi cavalli e le sue robe. Dalmasio tornò quindi dalla conferenza pensoso e turbato, e annunziando ai Veneziani non potersi accettare i patti proposti, disponeva 1’ occorrente per l’assalto che dar si doveva il domani (2). Un soldato però di nome Lelio scoperta la trama, ne diede avviso ai Provveditori, i quali furono in tempo di salvare il campo che Dalmasio, Maladino ed i Zaratini aveano disegnato di distruggere intieramente. Dalmasio, benché rodessesi di vedere sconcertati i suoi disegni, continuò ad infingersi, mostrando pur sempre di trattare per una onorevole capitolazione, che, nella sfavorevole condizione delle cose, i Proveditori non si rifiutarono cf accettare (23 sett. 1313). Per essa convenivasi : che i Zaritini tornerebbero nella grazia e alla fedeltà del doge : avrebbero salve le- persone e le robe: eleggessero a loro governatole o Baldovin Delfino capitano o Vitale Michiel, o Fantino Dandolo provveditori: mandassero sei ambasciatori a Venezia a domandare al doge umilmente perdono (3) : nominassero il loro futuro conte ti’a le famiglie patrizie veneziane, da mutarsi ogni due anni (1) 1313 dìe 22 aug. in Ccms. XV quod solutio soldi fiat equitibus et peditibus per nostros, sed capitaneus eorum sit Dalmasius, si ipse vult esse. Tentori, VI, 45. (2) Ibid. p. 45. (3) Capucis extractis et se inclinent cura mantelis levcdis. Pacta II. p. 72 t.°