101 Nel medesimo armo facevasi uno sperimento a Siviglia, Lisbona e Cadice (1). Le concessioni clie la Repubblica otteneva le costavano grosse somme, ma essa non ne era avara ove trattavasi di avvantaggiare il commercio de’ proprii sudditi. Così abbiamo una lettera di Carlo di Valois dell’8 ottobre 1320 (2) che attesta aver ricevuto da ser Benedetto da Molino duemila fiorini di Firenze per aver procurato alla Repubblica una patente del re di Francia il quale prometteva di togliere gli abusi che dai finanzieri venivano commessi contro i mercanti veneziani, tenendoli ancor debitori dopo averne riscosse le gabelle. Tali erano i tempi ; tanto era il disordine neH’amministrazione, e la giustizia doveva comperarsi a peso d’ oro. Nel Levante il doge Giovanni Soranzo conchiuse nuovi trattati e raffermò gli antichi con Andronico imperatore di Costantinopoti (3), il quale in una sua lettera al doge gli dà il titolo di Dorninus terrarum et insularum suo ducutili subiectarum (4), con Monsait sultano di Tunisi (1320) per opera di Michele Dolfin (5) ; con Trebisonda (1318) (6) e pel commercio di Persia (7) ; dal che si vede quanta operosità dovea regnare nei Consigli, quanta destrezza nei maneggi della diplomazia. (1) Item prò dextro et utilitate mercator. quia in Sivilia et Lisbona et Cadex dicitur posse haberi non parva utilitas et inviamen-tum. Quod sì eundo videhitur dicto Capitaneo et'armatorib. aut capi-taneo et parti majori cor. eundi ad dieta loca et quilibet ipsor. possit ad ea ire et stare usque ad duos, tres vel quatuor dies ut videatur qualiter respondentur loca predieta in utilitate nostror. (2) Commem. II, 90 t.'J e segue la Patente del re. (3) 1324, Libro Albus. (4) Cod. XL, cl. XIV lat., a. 1328. (5) Libro Albus. (6) Marin, IV, 145. (7) Ibid. p. 169 e av.