83 Morosini, nipote della Tomasina d’ Ungheria, cinque figli, Paolo, Nicolò, Matteo, Giacomo, Giovanni ed una figlia Anna (1), moglie a Jacopo Carrara (2), che divenne signore di Padova nel 1318 (3). Mancato il doge Pietro Gradenigo, si raccolsero gli elettori alla nomina del successore ed otteneva la maggioranza di suffragi Stefano Giustinian distinto senatore e che avea sostenuto parecchie ambasciate, ma egli rinunziando andò a vestir abito monastico a s. Giorgio (4). Allora, pendendo gli animi indecisi, raccontasi, che veduto passare Marino Zorzi uomo vecchio e d’integerrima e santa vita, quello sull’ istante eleggessero, onde venne poi agli elettori una più stretta clausura (5). Forse ebbe anche parte alla sua elezione il pensiero, che per la sua singoiar pietà e devozione più facilmente riuscirebbe a fare dal papa liberare la Repubblica dalla scomunica non per anco tolta. Egli era già stato eletto ambasciatore a Roma nel 1303 (23 nov.) (6), poi all’ imperatore Enrico YII alla sua venuta in Italia (10 nov. 1310), ma si scusò allora adducendo le (1) Ritratti e Vite di donne illustri. Zatta, Venezia. (2) Cappellari : Campidoglio Veneto, alla Marciana. (8) Si attribuisce ad Anna grande parte nella riconciliazione dei Carraresi Guelfi coi Ghibellini aprendo cosi al marito la via alla signoria di Padova ; come altresì nella pace di questa con Venezia e nella nomina dello zio Marco Gradenigo a podestà di Padova. Anna morì nel 1321, tre anni prima del marito, e la figlia Taddea, perduti i genitori, si ritirò a Venezia ove sposò poi con gran pompa a s. Giorgio, Mastino dalla Scala signore di Verona. Ritratti e vite di donne illustri. (4) Stephanus Justinianus electus dux Venetiar. non consentiens electionis fit monachus in S. Georgio. Chronicon del Monastero e Cicogna Iscriz. IV, 109. (5) Leggesi nella Cronaca Magno che fu veduto dagli elettori passare con un servo portante un sacco di pane da dispensarsi ai prigionieri, perchè era assai misericordioso ed in nomina di santo. Ma dopo la sua morte fu stabilito che tutte le finestre e i poggiuoli guardanti sulla strada fossero otturati, t. V, p. 119, cod. DXIII, cl. VII it. (6) Libro Magnus e Capricorn. 149, t.