« 108 blicamente in nome del popolo (1) di riconoscere e avere per doge quello che verrebbe pubblicato ; facevasi gridare nessuno osasse in tale occasione, come con barbaro costume erasi praticato in addietro, correre a dare il sacco alle case (2). FDandoYo° Così ordinata ogni cosa, fu pubblicata il 4 genn. 1329 ''13291' ^ e^ez^one ^ Francesco Dandolo, quello stesso che soprannominato Cane era stato ambasciatore a papa Clemente V, ed avea ottenuto che levata fosse la scomunica contro Venezia per la faccenda di Ferrara. La moltitudine plaudente corse a levarlo e a portarlo in palazzo, ma egli entrando prima in chiesa, e prostratosi innanzi all’altare, vi ricevette dal Primicerio l’investitura e dal popolo il giuramento. Esci poi dalla chiesa, seguito dalla turba, portando in mano il vessillo di s. Marco e salito sul pianerottolo del palazzo giurò innanzi al Consigliere anziano l’osservanza della sua Promissione. Poi presentatosi al poggiuolo (3), parlò al popolo, promettendo giustizia, abbondanza, di curar 1’ onore della Repubblica e d’esser benigno a chi operasse bene. Passava quindi, secondo il ceremoniale, con grande accompagnamento nella sala da cui si ascende al palazzo del gran Consiglio (4), sedevasi alcuni istanti nella cattedra, indi entrava nella sala dei Signori di notte e da questa tornando nella prima, saliva infine alle sue camere. Dava poi, secondo il costume, un pranzo ai Consiglieri e questi gli presenta- (1) Adamus gastaldio consti tutus sindicus edam in publica conclone jaravit presente ipsa conclone in animabus omnium de Venetiis habere ecc. Spiritus p. 67. (2) Quia malum opus est occasione electionis ducis ire ad deru-bandum ad domum alior. V. P. qaod cridetur publice, q. aliquis non audeat nec debeat derubare prò dicto facto ad domimi alicuius et si quis de cetero defecerit, procedetur contra eum sicut videbitur. Spiritus 67 t.° (3) Super cunarn ad secundum vel tertium arcum. Cod. CXC. (4) Et finito verbo inde ducitur ad cathedram qui est in sala unde ascenditur in palatium consilii.