% 190 vano prestar giuramento di osservare la Promissione (venerdì 17 aprile 1355). Al decreto succedeva tosto l’esecuzione. Condotto l’infelice Faliero dai suoi appartamenti alla sala del Maggior Consiglio, un cupo silenzio regnava nell’ adunanza ; legg#-vasi sopra ogni volto il dolore dell’ animo ; era un momento solenne, il primo ed unico esempio di un doge per regolar processo di tribunale condannato a morte. Giovanni Moce-nigo, consigliere anziano, s’avanzò verso il doge, seguivamo gli altri consiglieri, gli Avogadori di Comun, i Decemviri, 1’ aggiunta e tutti avviaronsi alla scala. Giunto il doge alla sommità di questa, gli fu tolto il berretto ducale, e spogliato dei ducali ornamenti, coprì il capo d’una berretta tonda, indossò una vesticciuola nera. Condotto quindi al pianerottolo dell’ altra scala che metteva nella corte, il Fa-lier in quella sua decrepita età cominciò a domandar perdono al popolo ivi accorso, e a lodare la giustizia che veniva fatta (1) : dopo le quali parole gli fu d’un colpo troncata la testa. Il suo corpo posto in una cassa fu mandato a’ Ss. Giovanni e Paolo senz’alcun onorevole accompagnamento, ove fu sepolto dietro del monastero per entrar nel chiostro (2). Confiscati i suoi beni (3), gli fu data facoltà di disporre soltanto di duemila ducati. La sentenza del doge Falier non trovasi registrata nel (1) Cronaca Savina, p. 133. (2) «Nella scuola di s. Marco a’ SS. Gio. e Paolo (ora Ospitale civile) s’apriva alla destra la cappella di S.a Maria della Pace, nel cui atrio trovavasi un sarcofago, che, aperto non ha molti anni, si vide contenere un cadavere colla testa fra le ginocchia, in segno che quella testa era stata tronca dalla spada della giustizia. Era il cadavere dell’infelice doge Marin Falier ; e le sue ossa andarono disperse ; la sua urna, scalpellate le iscrizioni, mutata in acquaio ». Guida di Venezia di Selvatico e Lazari p. 118. (3) Furono Venduti al pubblico incanto e così pure quelli di Bertucci Isarello a Castello. 13 genn. 1355;56. Misti Cons. X, IV, p. 44 t.°