156 vassero almeno cinque piedi e si coprissero di terra (1) ; proibivasi severamente il costume di alcuni mendicanti di esporre sulla pubblica via i cadaveri per eccitare vieppiù la compassione dei passanti ; vietavasi parimenti cbe si portassero a Venezia ammalati dalle vicinanze. Alle preci, ai digiuni, aggiunger volendo le opere della misericordia, furono liberati dal carcere i prigionieri per debiti o per multe non pagate (11 giugno), infine non bastando i medici della città o non avendo in essi abbastanza fiducia, fu incaricato il Consiglio del Pregadi, di far venire dal di fuori tre medici dei più esperti. Ma contro il furore della malattia non valevano rimedii, e si computa tre quinti della popolazione morisse. Cinquanta famiglie nobili ne furono del tutto spente : non poteasi avere a numero intero la Quarantia, e fu d’ uopo fare nuove elezioni (2) ; gl’ impiegati, che lasciato aveano la città (3), furono richiamati al loro posto. Cessato finalmente il terribile morbo, il Maggior Consiglio diede facoltà al Pregadi di provvedere al ripopola-mento della città invitandovi i forestieri con privilegi e favori (4) ; ma gli abitanti di Capodistria profittando delle sciagure ond’era colpita la Repubblica, credettero opportelo il momento a ribellarsi, cacciarono il podestà Marco Giusti-nian e ne incendiarono il palazzo (17 sett. 1348). I Veneziani non tardarono pero a mandare alla vendetta Pancrazio (1) Spiritus 384. (2) Cum sicut Deo placuit, multi et multi de nro M. Cons. defe-cerint sicut manifeste apparet quando vocatur M. Consilium ad quod pauci veniunt et non sint nee possint habere quadragìnta propter defectum ad próbandum illos qui venerunt cum galeis et alios quia ad próbandum eos debent esse triginta congregati ... si determina che fino a san Pietro bastino per 1’ approvazione venti della Quarantia. Di tutte queste sciagure conserva memoria una lapide, dapprima sulla porta della Scuola della Carità, ora nell’ interno del chiostro. (3) Spiritus 387. (4) Ibid. 389.