snie, Rassie, Dalmatie et Croatie rege“) ; poi, a re Sigismondo; indi a Ladislao di Napoli, che all’ atto della stia incoronazione, avvenuta a Zara nell’anno 1403, donò l’isola di Lesina con altri possedimenti ai patrizi zaratini : Vito ed Alvise Matafari. — Venne poscia Hervoje „duca di Spalato e Conte di Lesina,“ nel 1413 e dopo di esso i Ragusei, per donazione di re Sigismondo (anno 14x6). — Ed in quest’epoca portava il patrizio ragusino, reggente l’isola, il titolo: „De mandato gloriosissimi „Sigismundi regis Ungariae, electus in consilio generali Ragusi, comes „Corcyrae, Pharae et Brazae.“ — Nel 1420, l’isola di Lesina venne occupata dai Veneziani con Pietro Loredano. — L’isola stessa, con trattato dei 15 Marzo 1421, riconobbe il supremo dominio di Venezia, sotto il cui regime rimase fino alla caduta della repubblica nel 1797, passando poscia all’Austria e nel 1806 ai francesi. — La rivolta dei Vranjican, a favore dell’Austria, non ebbe conseguenze in seguito alla pace di Vienna. — Nel 1813, passò l’isola nuovamente all’Austria. — Vuoisi, — come si è detto — che dov’ è sita Cittavecchia fosse l’antica Pharia, colonia greca, quattro secoli avanti Cristo, con propria moneta, recante l’effigie di Cerere, dea delle messi. — La città era cinta di mura ciclopiche (V. l’opuscolo illustrato di Petar Kunicic ; „Prigodom otvora nove skolske zgrade“ Zara Tipografia del „Narodni List“ anno 1908). Nel trattare di Lesina e della sua Storia, devesi particolarmente richiamare l’attenzione del lettore, sul libro del Professore Don Giacomo Boglich, dal titolo: „Studi Storici sull' isola di Lesina," stampato la prima volta nel programma del Ginnasio di Zara dell’anno 1873 ed anche separatamente. Una seconda edizione venne fatta recentemente a Spalato (Brzo-tisak Narodne Tiskare). L’ opera è rimasta incompleta, non avendo il primo Volume avuto una continuazione. Della prefazione, riportasi la chiusa, perchè rispecchia perfettamente anche le vedute dell' autore del presente lavoro. E precisamente, dice il Prof. Boglich: „Coi documenti e scritti inediti si può adesso avere una „conoscenza più estesa e più sicura delle patrie sventure; parola questa, „in cui purtroppo tutta la nostra storia si compendia.“ Esprime inoltre la convinzione : „che non potremo avere mai una storia del paese, oggi chiamato Dalmazia, il quale mutò tante volte nome, confini, domini, propensioni, indirizzi e civiltà, se non ci mettiamo una volta a studiare con „paziente amore le vicende di quei luoghi in ispecie, i quali furono, „nell’ evo antico, colonie greche o romane, nel medio evo Comuni Autonomi, „sotto la protezione di Venezia, o anche del tutto indipendenti.“ Riguardo al nome il prof. Boglich, la chiama: ,,Pitìeia" sulla fonte di Apoi. Rhod., (Ree. Merkel, Lib, IV. v. 563) che non ho potuto