— *74 — Osserva ancora il mentovato Prof. R. de Schneider come ad ogni modo, sembri che da qui abbiano preso il modello per il palazzo di Costantino a Bisanzio e per i castelli di Teodorico a Verona e Pavia. Rileva infine, come sur un mosaico della chiesa di Sant’Apolliuare nuovo a Ravenna, del palazzo del re degli Ostrogoti, veggasi la disposi-zione di un portico, assai simile al peristilio di Spalato. Nello stesso peristilio e nelle arcate cieche della Porta Aurea, per la prima volta si osservano poggiare gli archi sopra le colonne, in modo consimile al lato sud-ovest delle terme di Diocleziano a Roma. — La stessa disposizione osservasi sull’ arco di Galerio a Salonicchio. Per il palazzo, oltre alla pietra della Brazza e di Traù venne adoperata anche la terra cotta, delle fabbriche di Salona. Fin qui, vennero riportate le opinioni più diffuse, riferibilmente a Diocleziano ed al suo palazzo. Non possono perù nè devono sottacersi anche altre vedute, che non corrispondono a quelle espresse. Ancora nell’anno 1774, VAbate Fortis (Voi. II pag. 40. „Viaggio in Dalmazia“) osserva che la rozzezza dello scalpello ed il cattivo gusto del secolo gareggiano colla magnificenza del fabbricato e non vorrebbe che gli Scultori e gli Architetti studiassero a »Spalato, piuttosto che fra le rovine di Roma, o fra i bei vestigi dell’ antica grandezza di Pola. L’ opinione dell’Abate Fortis è rimasta abbastanza isolata ed il Palazzo di Diocleziano viene considerato fa i più rispettabili monumenti dell’ antichità che ci rimangano, e lo sarà anche peli’ avvenire, purché non si deturpi con ricostruzioni ed imitazioni inammissibili. Per carità, non diamo spettacolo del nostro cattivo gusto agli stranieri, che vengono a studiare ed ammirare le glorie del nostro passato artistico e non facciamo sfoggio di tetti tedeschi a mansarda, ed altri simili sconci, sopra edifizi romani e medioevali. Teniamoci alle nostre vecchie tegole rosse, che si adattano così bene all’ ambiente ed al carattere meridionale delle nostre città, dalle pietre annerite e dai mattoni, color di fuoco : color dei garofani, fiori delle nostre finestre e degli antirrimi, fiori dei crepacci ; — in armonico contrasto: col mare ceruleo, i pini verdi ed i grappoli d’uva festanti, che maturano nel sole splendido. Per la parte archeologica c’ è a Spalato Monsignor Bulic, pienamente all’ altezza del suo compito ; per la parte tecnica ed artistica, deve esserci però un architetto apposito, evoluto ed educato alla moderna scuola della conservazione dei monumenti, con sodi criteri di arte e cognizioni di storia. Un professore tedesco — uva delle cime — si espresse rcccevtemente in modo consimile all Abate Fortis, circa „il così detto palazzo di Diocleziano."