— 34i — vive, vuoisi dalla leggenda, siano stati imprigionati ed il denaro diviso fra il pascià e l’arcivescovo cattolico di Antìvari, Carlo Pooten. — Delle due iscrizioni latine visibili a Ratac, si rileva approssimativamente nella prima: ,,Hic Requiescit — Osa Matris....“ poi, non comprensibile.— Nella seconda, le prime due linee indecifrabili; nella terza linea: ,,Die Septem“; la quarta linea incomprensibile, e poscia ,,Fuit in terore“. — Più sotto leggesi: „Fabricò Paolo Rugeri p. e. c. 1.“. — Nella parte che sembra più recentemente restaurata, vedesi una stella di cinque raggi con l’anno 1473. — Quindici anni fà si parlava trovarsi in possesso di persona del paese una lapide rinvenuta a Ratac e ritenuta vetero-slovenica. — Per quanto avessi cercato di farlo, non mi riesci di vedere tale lapide, per cui dubito della sua esistenza e lo riferisco qui per semplice accenno. La parte sottostante alle costruzioni più recenti, sembra consistere di sottoportici , cantine e magazzini sotterranei. Gli abati di Rotezio, di frequente fungevano quali ambasciatori dei Balsidi. È noto, come anche Balsa II abbia mandato in qualità di nunzio a Ragusa, nella seconda metà del sec. XIV, l’abate-commendatore di Santa Maria (V. Monumenta Ragusina III, pag. 298 é G. Geleich ,,La Zedda“ ecc. pag. 32). — E noto anche, come i Balsa alternassero il loro soggiorno fra San Michele di Prevlaka e l’abbazia di Rotezio. — I principi serbi della Dalmazia meridionale, di Cheimo e dello Zenta, non avevano stabili residenze, come non le avevano nemmeno i re e signori croati della Dalmazia settentrionale. — Questi ultimi alternavano le loro sedi a Biac, Nona, Belgrado e Knin — che erano però cenacoli regali e non vere residenze. — Era r età dei castelli e delle tende ; delle randagie imprese gxierresche, che non concedevano stabilità di Corti regali. I Signori slavi ricevevano tributi e dei conquisti di guerra facevano larghi donativi a chiese e conventi ; accordavano benefici e privilegi ed assumevano, secondo il costume dei tempi, anche titoli, non sempre corrispondenti alle condizioni di fatto. — Nell’anno 1379, venne a Rotezio, Balsa II, ossequiato dall’ ambasciatore raguseo Pietro Gondola. — Nel-l’anno 1396, ebbe il monastero di Rotezio a soffrire dei notevoli danni, in seguito a ripetuti forti terremoti. — Nell’anno 1398 Sandalj Hranic dirige le difese di Budua, dal monastero di Rotezio, dove aveva il suo quartiere. Ratac è ancora luogo di devoti pellegrinaggi pei cattolici e per gli ortodossi. — Nel giorno del Corpus Domini, vi accede processionalmente la popolazione cattolica di Spizza e di Antivari. — Il parroco legge gli Evangeli nella chiesa in mina, esternamente però bene conservata. — Tale chiesa è originale, per l’aspetto che le vien dato dalle pietre lavorate con finitezza ed alternate in diversi colori. — Anche nella parte superiore, la cappella, munita di feritoje, fra ammassi di macerie, col tetto crollante e sospesa sull’ abisso, è pur qualche volta officiata. — La cap-