- 385 - Procuratore del popolo; per le straordinarie, dovevasi consultare il popolo ed averne l’approvazione superiore. La Comunità aveva un debito verso i Luoghi pii, di circa duecento zecchini, contratto alla caduta dalla Repubblica, quando venne inviata a Vienna una deputazione per offerire all’ Imperatore e Re la spontanea dedizione e provvedere di alloggi e viveri le c. r. truppe al loro primo ingresso. — Aveva bensì accordato il Governo di Zara che a coprirlo si stabilisse una tassa, ma ciò non si era fatto. L’uso dei redditi e delle spese comunali non si esaminavano, come che sia, dalla pubblica Autorità. La Comunità era rappresentata: da quattro giudici, da un procuratore del popolo e da due giustizieri. — Durante le funzioni ecclesiastiche, occupava la banca d’ onore assieme al pubblico rappresentante. — Dopo il pubblico rappresentante ed il Vescovo, avevano i giudici ed il procuratore il diritto di essere serviti i primi in beccherìa e pescherìa, al prezzo di piazza. (V. pag. 10-17 delle „Memorie Macarensi“ del D.r Luigi Cesare, Mons. de Pavissich ; fase. II e III. Tip. E. Sambo — Trieste — anno 1909).