— 270 — Ragusavecchia (Cavtat), un tempo cinta di mura, di cui veggonsi ancora gli avanzi, con traccie dell’ acquedotto romano e la tomba di Do-labella. — Nel sito dell’ antico Epidaurum, distrutto nel settimo secolo, sorse nell’ evo medio la Civitas vetus, d’onde il nome di Ragusavecchia e forse per corruzione di Civitas, anche quello slavo di Cavtat. Appartenne fino l’anno 1427 ai serbi e bosnesi, nel qual anno venne, assieme col territorio di Canali, acquistata dai ragusei. — Il torrente di Breno, sorge sotto il monte; passa per macigni, dando nell’inverno vita a numerose cascatelle ; mette in moto alcuni molini e sbocca nel mare. Fra la Zupa di Ragusa e Ragusavecchia, in una valle, sotto scoscesi dirupi, c’ è la piccola acqua di Ljota. Nei Canali di Ragusa, fra Cruda e la Su-torina, scorre un altro torrente, che d’inverno innonda la campagna, rendendola fertile, e perdendosi poi nella terra. Il nome di Canali, vuoisi derivi dall’ acquedotto di Epidauro, i cui canali passavano pel territorio. Sede del Conte raguseo era prima Prid-vorje, sul versante della Snijeznica (1234 metri); più tardi, il capoluogo divenne Gruda. — Sulla „Snieznica“ c’ è la famosa Caverna di Esculapio, illustrata e descritta dall’Appendini, — e presso Ragusavecchia quella del drago di Sant'Ilarione (V. Lago „Memorie sulla Dalmazia.“ Venezia, Tip. Grimaldo 1870, Voi. II pag. 128). — A Ragusavecchia, è rimarchevole il Cortile conventuale della Madonna della Neve ; nei dintorni, la villa di Obod ed il Castello del falco ,,Sokol" che appartenne a Petar Pavlovic, al principio del secolo XV, signore del territorio. Meleda (Mljet) — Melita — libero comune, poi assoggettato dai romani ; ricordasi la punizione inflitta da Ottaviano Augusto ai corsari di Melitussa. I piccoli cani di Meleda (Melitaei catelli), erano i cani di lusso delle matrone romane. E probabile però che anche questa particolarità si riferisca a Malta e non a Meleda. II ,,porto palazzo" porta il nome dell’esule Agesilao Anazarbaeus (prefetto in Cilicia, sotto l’imperatore Nerone) che, esiliato a Meleda, vi fabbricò un palazzo di cui esistono ancora le vestigia. — Nel VII secolo, venne l’isola occupata dai croati ; nel X secolo apparteneva ai Conti del Narenta; nei secoli XI e XII ai Conti di Zahumlje ed in questa epoca ricordasi la chiesa di San Pancrazio a Babinopolje. Appartenne poi ai serbi Nemanja fin l’anno 1357 e passò quindi ai Ragnsei. Nel secolo XII, si ricorda il noto Convento benedettino *) di Santa Maria, sopra un’ isoletta amena, nell’ omonimo lago. Il Convento stesso, anche dai re serbi, quantunque di altro rito, ebbe parecchie donazioni. — *) Grande fu l'influenza dei Benedettini in Dalmazia, nel medioevo. Avevano numerosi Conventi: da Spizza (Rotezio) fino ad Arbe. Il Prof. Eitelberger, nella sua prefazione storica, rileva di quanta importanza sarebbe una Storia dell’Ordine, con riguardo alla sua estensione in Dalmazia.