— 238 — si ricongiungono. I tratti più larghi sono quelli presso Komin e presso Norino. Dal mese di Ottobre fino a tutto Dicembre, viene esercitata la pesca delle anguille („jegulje“) che in grandi aggruppamenti fanno il passaggio pel fiume al mare. Verso la metà di Novembre, alla foce evvi la pesca di dentici, branzini e specialmente di cefali, che fanno in massa il loro passaggio, che finisce appena in Marzo. Nel fiume sonvi: trote ed altri pesci che, nel linguaggio popolare, nomansi : ,,kljeni, uklije, truti, listi, plotice“ ecc. di cui sarebbe forse, difficile trovare la corrispondente esatta nomenclatura italiana. — Abbonda di anitre e di uccelli palustri. Dunque, il Narenta non solo è il più grande fiume in Dalmazia, ma anche il più importante per la pesca e la cacciagione, che viene esercitata nei c. d. zoppoli, ossia piroghe leggere ad un remo. La leggenda locale anche qui non manca. Bravi il duca Navone, dalle orecchie di majale. E quando le zanzare portano la febbre malarica ed i miasmi perniciosi esalano dalle fanghiglie cariche di sanguisughe ; allora, nel convivio si beve del vino generoso. Il Mida del Narenta, gonfio come un’otre, dall’occhio torbido che trema, dopo il tripudio del banchetto febbrile, apparisce sul vecchio torrione. Fra le cortine e gli spaldi del castello volano stormi di pipistrelli nell’ombra della notte; sussurra il vento fra i canneti del padule ! Il Narenta è il solo fiume della Dalmazia che sia veramente navigabile per navigli e piroscafi — ciò pel tratto da Metkovic fino alla foce di Zminac. Passata la costa marittima di Macarsca, chiamata ,,Gornje Primorje“ — si entra, dopo Bacina, nel Narenta. — A sinistra, scorgesi subito la diga di Jezero-Parila e, più in là, quelle del Jezero Modric, di Mlaka, Glogocko e Dragaca. — Sulla punta di un colle soprastante, sorgevano probabilmente le fortificazioni, che diedero tanto da fare a Vatinio. La povera villa di Vido — scrive il Fortis — è adesso nel luogo dov’ e-rano i templi ed i palagi dei romani conquistatori. — Il fiumicello Norino, detto dal Porfirogenito Oronzio, dopo il corso di sei miglia, sbocca nel Narenta. All’ Austria, va attribuito il merito di aver reso più sano e più accessibile il Narenta e di aver fatto di Metkovic uno scalo di commercio. Si procede navigando nel fiume, regolato con argini e dighe verso l’anno 1889, dal Governo austriaco, con un dispendio di circa dodici milioni di Corone. Il fiume Narenta, coi suoi confluenti Norino e Bilivir, è di fondo limaccioso ; le acque dolci si incrociano con le salse. Alla sorgente del Bilivir, l’acqua è assai fredda. Innanzi Komin, scorgesi il bacino di Modrooko. Da taluni venne paragonata la valle del Narenta, per la grande sua fertilità, al Delta del Nilo. — Il profumo dell’,,Iris illyrica“, colta nelle valli Narentiue, era la fragranza prediletta degli eleganti di Roma antica.