— *37 — Shvno, che nel medio evo era una fiorente colonia ragusea. Fortopus, (Opuzen), coll’ isola di Posrednica (scolium Posternica) formata dai bracci del fiume Narenta. — Veggonsi ancora gli avanzi dell’opera di difesa, eretta dai veneziani nel 1716, e presso la chiesa di San Rocco gli avanzi del fortilizio „Gradina“. Fra Metkovic e Fortopus, dove il torrente di Norino sbocca nel Narenta, c’è la Torre di Norino, soggetto di antica leggenda, con un traghetto. — La torre fu costrutta dai turchi, cui venne presa dai Veneziani nel 1685. — Lo scoglio di Posternica nel 1338, era stato ceduto dal serbo Car DuSan Siini ai Ragusei — Nel 1685, si stabilì a Fortopus il noto serdaro erzegovese Nicolò Nonkovié, coi figli Vukoslav e Grgo, ajutando i veneziani nelle lotte coi turchi, e riportando per le sue benemerenze larghe donazioni di terreni e gradi nobiliari. Vido, dove stava Narona,*) che nel 44 sotto P. Vatinio era il luogo principale della Dalmazia romana. — Sotto l’imperatore Augusto, divenne Narona colonia Romana ed il capoluogo della Dalmazia meridionale, dove risiedevano i quattuorviri. — Fra congiunta a Salona con la grande strada romana, che traversava le campagne d’Imoschi e di Sign e la valle del Trebizat. — A Naronia, colonia tertì conventus, appartenevano 89 fra città e località dalmate. Aveva Narona i templi di Giove, di Diana ed altri. — Si ricorda l’ultima volta, l’anno 532, d. Cr., come sede di una diocesi cristiana (Marcellus episcopus ecclesiae Naronitanae). — Più tardi, i pirati naren-tini disputarono ai Veneti per un secolo e mezzo il dominio dell’Adriatico. — Infine, la Narenta, fiume regale, aveva coperto colle sue alluvioni il vasto seno di mare che giungeva fin sotto Narona, volendo quasi celare — come si espresse un illustre straniero — le miserande reliquie di una città famosa, e la grande palestra di un popolo forte. — Del resto, veggonsi ancora degli splendidi frammenti degli antichi edifici e vennero scoperti parecchi oggetti, di grande valore. Il Narenta è il più grande fiume in Dalmazia. Ha la sua sorgente nei monti, che dividono la Bosnia dall’Erzegovina, non lungi da Konjica. Presso Fortopus biforcasi, dividendosi poscia in più rami, che regolati, Appena nell’anno 1794, il governo veneto aveva dato principio alla strada Zara-Knin, continuata e finita dal governo austriaco nell'a. 1798. Da Padjine, si dirama questa strada verso il Zermanja e la Lika. Un altro ramo, da Knin conduce per Demis a Sebenico; un terzo da I,ozovac di Sebenico a Scardona e, di qui, ai Ponti di Bribir, si unisce colla strada Zara-Knin. Evvi un’altra vecchia strada da Zara a Sebenico, che passa i villaggi di Vrana e Banjevac, fino a Zaton di Sebenico. Un altra strada, va da Sebenico per Vrpolje, Boraja, Prapatnica a Traù e Salona, risp. Spalato. Un ramo della stessa, va da Clissa per Sinj ed un altro da Sinj per Mué. Queste sono le principali strade, sorte nel-1’ ultimo secolo. Sonvi però parecchie altre strade, erariali, provinciali e comunali, costruite negli ultimi decenni. Fra le altre; Macarsca-Duare; Spalato-Almissa-Duare ; la strada della Poglizza. la Sko-baljuSa d’Imoschi; la strada Castelnuovo delle Bocche-Punta Pijavica e sue prolungazioni ecc. ecc. *) V. „Saggio sopra la città di Narona" ecc. di Andrea Cicarelli, con giunte e note del prof. Giovanni Danilo, — nel Programma del Ginnasio di Zara — Tip. Gov. Zara, 1860.