LA VITA NELLA PUSZTA 159 con agilità e destrezza. Soltanto il giorno di festa tutti riposano. Il villaggio è allora animato da un’allegria insolita : le taverne, le osterie, le aie sono affollate e ostentano una tavolozza di colori sgargianti, perchè tutti indossano il più bel costume. E si mangia il guly&s, (piatto piccante) si beve, si fuma la pipa. Poi arrivano i cigàny e s’improvvisa la « csàrdds ». Allora gli uomini si alzano frementi, rapiscono le fanciulle e ballano, ballano fino alla spossatezza, fino a notte inoltrata, perchè domani ricomincierà il lavoro e più contenti si ritornerà laggiù, fra terra e cielo, ricordando il visino della bella,i suoi occhi ammaliatori. Rozsdm (mia rosa), csillagom (mia stella), gyòngyòm (mia perla), sospira l’innamorato, pensando alia fanciulla che gli ha rubato il cuore... * * * Spesso, infatti, è proprio la « csdrdds » che fa nascere sospiri e aneliti e, non di rado, come dice una canzonetta ungherese, porta al matrimonio. Non appena il magiaro ha posto gli occhi sulla ragazza che vuole, la circuisce di una corte assillante, si premunisce della « blinda », senza la quale non potrebbe sposare e poi si rivolge ad