— 63 a bombardis“ ; un ,,magister arcuimi“ ; un ,,magister facendi schiopetos“. Eravi la confraternita „bombardariorum“ nella chiesa di San Sebastiano. La „Porta Plociarum“, di sera eliiudevasi più per tempo della „Porta Pilarum“; ambidue anche di giorno custodite da „drabanti e bombardieri“. — La guardia notturna sulle mura e sulle torri veniva esercitata da cittadini dell’ età dai 25 ai 50 anni. Dalla parte del mare eranvi tredici posti di guardia; dalla parte di terra, cinque. Ogni appostamento constava di due o tre vigili ; in caso di bisogno si rafforzava. 3. Interessanti sono anche le leggi suntuarie ragusine, circa i vestiti ed il lusso. L’ Ordinanza dei 9. febbraio 1503 sui vestiti muliebri, proibisce le vesti di seta e quelle trapunte di ori ed argenti. Nuovi „ordines“ furono sull’argomento emanati nel 1515, circa i dispendi in occasione di nozze. La sposa può ricevere solamente regali : „de fazoletis tele communis et confectionibus“. Proibito il regalo di braccialetti : — „uso di Morlacchi“. — I maschi non potevano portare mantelli foderati di seta nè collane d’ oro, uè berretti di seta, abbigliamenti questi riservati ai dottori ed ai cavalieri. 4. Le biblioteche dei Conventi erano accessibili al pubblico. Giorgio Krusic, decesso nel 1513, vescovo di Trebinje e vicario dell’ arcivescovo di Ragusa, lasciò duemila volumi („Thesaurus meus“) alle biblioteche dei domenicani e dei francescani. Il prete Nicolò Barneo, col testamento 1. Aprile 1527, lasciò tutti i suoi libri al Comune, colla condizione che lo stesso abbia a „trovare una „officina in loco pubblico et locare ditta libraria ad honore della patria „utilità della gioventù Ragusina et consolatione delli provetti.“ Una ricca biblioteca possedeva anche il Convento benedettino di San Giacomo. 5. Nel mese di Marzo 1514, il segretario del Senato di Ragusa, Luca Primo/evie chiese il permesso di aprire una tipografia, secondo il modello di quella che esisteva nel Montenegro. Non consta però che tale tipografìa sia stata aperta, mentre la prima tipografia venne fondata a Ragusa appena nel sec. XVIII. 6. Si ricordano come librai („librari“) nella città di Ragusa: Don Paolo Vukasinovic (1527); Sebastiano de Boiso da Milano (1555) ed Antonio de Odolis da Brescia. Da un catalogo, rimesso da Trajano Navò da Venezia all’ Odolis, rilevasi come i Ragusei di quel tempo leggessero a preferenza, nell’ originale ed in traduzione, i classici : Cicerone, Orazio, Ovidio, Erodoto, Senofonte, Polibio, Plinio, Appiano, Plutarco, Omero ed Esiodo. Oltre Euclide e Dioscoride, nelle librerìe dell’ Odolis, si potevano acquistare le opere di medicina di Paolo da Egina, bizantino del VII sec. — E della letteratura neolatina : Erasmo di Rotterdam e gl’ italiani : Berni, Ariosto, Pietro Aretino, Petrarca e Macchiavelli. Leggevansi molto :