— 170 — portici e loggia aperta. — Le case della città, venute ad appoggiarsi a livello della riva, nascosero lo zoccolo della grande facciata. — Questa stessa riva fu più tardi ampliata (allargata al principio del secolo XIX, da Marmont). — Ai tempi di Diocleziano., l’onda lambiva i piedi del palazzo. — La costruzione era divisa in quattro parti, separati da lunghi portici a croce greca. — Il braccio, che partiva dalla porta sotterranea, terminava alla Porta Aurea. — La parte che guardava il mare, conteneva gli appartamenti di Diocleziano. — La parte posteriore, ritiensi da alcuni fosse destinata, ai pretoriani ed agli appartamenti della madre dell’imperatore. — Il maresciallo Marmont nel 1808 aveva fatto redigere un: ,,Plan exacte de ce qui existe du palais de Diocletian" (V. Lago „Memorie della Dalmazia“ pag. 161, Voi. II, Venezia Tip. Grimaldo 1870). La prima trattazione artistico-storica del palazzo Diocleziano, la troviamo nelle „Mittlieilungen der Central-Kommission“ di Vienna dell’ a. 1857. — Il primo direttore degli scavi di Salona fu il Prof. Carrara.*) — (V. anzitutto) : „11 Palazzo di Diocleziano a Spalato1' di R. de Schneider, Direttore del Museo di Corte a Vienna, professore ord. all’ Università (traduzione del Prof. Cherubino Segvic — Supplemento del Bullettino di archeologia e storia Dalmata — N.o 3—5 a. 1903). Come si disse, Diocleziano abdicò nel 305 e, giusta la Cronaca di Eusebio, abitò a Spalato fino al 312, anno della sua morte. Nel sec. V, il palazzo è convertito in un Gineceo. — Poi, è restaurato per farne la dimora di Marcellino, Glicerio e Giulio Nepote (475) Appena restaurato però, il palazzo diventa nuovamente preda dei barbari invasori. — L’imperatore Costanzo scaccia i Goti e c’ è un periodo di tregua, fino al principio del settimo secolo, in cui gli Avari distruggono Salona e saccheggiano il palazzo. — Il settimo secolo vede la nascita della città di Spalato : ed è questo il momento della grande trasformazione del palazzo di Diocleziano. Gli abitanti di Salona, che dovettero fuggire per ben tre volte, ritornano a poco a poco e cercano un rifugio fra le rovine del palazzo di Diocleziano, dove le mura massiccie hanno resistito agli urti dei barbari. — Papa Martino (649-655) manda, come legato apostolico, Giovanni di Ravenna, il quale procede a restaurare il culto e si fa giudice delle contestazioni sorte fra Ragusa e Spalato, intorno alla sede metropolitana, prima situata a Salona. — Spalato la vince e Giovanni di Ravenna è proclamato dal popolo e clero come arcivescovo. — Il tempio d’ Esculapio, (designato dagli archeologi moderni, quale Cappella del Palazzo di Diocleziano) è convertito in Battistero cristiano. *) Il Prof. Carrara (1S12—1853) pubblicò: „La Chiesa di Spalato“ Trieste 1844; „Topografia e Scavi di Salona“ Trieste 1850. — V. anche: „Spalato und die römischen Monumente Dalmatiens“ del Prof. Alois Hauser bei Holder in Wien.