— 233 — na Biokovo“ — Split — Narodna Tisk. 1910, con interessanti notizie locali). V. anche un opuscolo di Eugenio M. Vusio, con documenti per la Beatificazione del Vescovo Biankovic, stampato nell’anno 1883. Il monastero dei francescani di Macarsca apparteneva prima agli Agostiniani e la eliiesa conventuale era dedicata a San Pietro. — Nell’anno 1468, Zarko vojvoda di Hum, lo regalò ai padri francescani bosnesi. Dove sorge l’odierna Macarsca, eravi ancora ai tempi dei romani la colonia di Mucro (Muccurum, presente villaggio di Makar sopra la città ; l’attuale „Gornja Luka“ era il porto della colonia romana). — Lì, passava la grande strada che da Salona conduceva al Narenta. — Nell’ anno 550, Muccurum fu distrutta da Totila re dei Goti. — Ancora nel 532 però, era residenza vescovile ed in quell’ anno ricordasi un vescovo di nome Stefano. — Al principio del VII secolo passò alla Pagania (Narenta). Al principio del XIV secolo fu Macarsca sede della rinnovata diocesi. — Nel 1449, la città colla chiesa di San Pietro furono distrutte dai turchi, in cui potere rimase Macarsca fino l’anno 1646. — Nell’anno 1830, fu la diocesi di Macarsca unita a quella di Spalato — per aequalitatem. — Macarsca è sita sulle falde del monte Diokovo, l’Albio degli antichi, la terra promessa dei botanici, il gigante dei monti litorali dell’Adriatico. — (V. „Compendio Storico-Cronologico di Macarsca e del suo litorale, ossia Primorje, del P. Antonio Lulich, Spalato, 1860, Tip. Giovannizio in 8° pag. 104, nonché: „Memorie Macarensi“ del D.r Luigi Cesare de Pa-vissich. Fase. I, anno 1897; Fase. II e III, anno 1900. Tip. E. Sambo, Trieste). La piccola penisola di San Pietro divide „Donja Luka“ da „Gornja Luka“. L’altra piccola penisola nomasi „Oseljava“. Nella città di Macarsca sonvi tre chiese : la concattedrale, dedicata a San Marco e Girolamo: quella di San Filippo, appartenente al preesistito Oratorio dei Filippini, fondazione del vescovo Stefano Blaskovié, e la chiesa conventuale dei Padri francescani, presentemente dedicata alla Vergine Assunta. Tutte e tre dell’epoca della decadenza. La Concattedrale fu fabbricata nel 1646, e rimase incompleta; ha di rimarchevole l’altar maggiore di marino ed un capitello d’ argento, „ex voto“ per la pestilenza dell’anno 1815.*) *) Grande fu l'influenza dell’arte veneziana in Dalmazia, perfino nell’epoca della sua decadenza. Si rivela in palazzi e chiese: fabbricati comunali, porte, piazze, loggie, opere marittime e fortificatorie; pozzi e fontane. Anche gli artisti dalmati erano per la maggior parte educati alla scuola veneta. Fra altri: Andrea Schiavone, nato nel 1522 a Sebenico, morto net 1582 a Venezia; Fra Sebastiano Schiavone intarsiatore; Martino Rota (n. a Sebenico nel 1520) incisore in rame; Gregorio Schiavone, uno dei migliori scolari dello Squarcione ecc. ecc. — Anche a Kagusa, tanto gelosa della sua indipendenza e libertà in linea politica ed economica, i criteri d’arte prevalenti furono sempre toscani e veneziani. — Quando l’arte italica era nel suo fiore, anche noi su questa parte dell’adriatica marina, abbiamo