- 272 - ai grossi mari. Il vasto e difeso porto naturale di Gravosa, fra Daksa, punta Leandra e Lapad, volgesi alla semifluviatile yalle che s’interna nell’ Ombla. — Ammantata di verde, si estende Gravosa, alla riva sinistra di Lapad, che pare un giardino incantato. — Da Gravosa, la strada per le ,,Dance“ e la „Bellavista“ conduce a Ragusa ; strada superba, che più efficacemente può a tratti rappresentarsi col pennello, che non descrivere con la penna. (V. la recentissima piccola Guida di Ragusa e dintorni „Mali Vogj putnicima za Dubrovnik i okolicu“ — Napisao : prof. A. Vucetic. Nakl. T. Tosovic — Ragusa 1911, con illustrazioni, disegni e carte geografiche; un piccolo libro, bello ed esauriente nella sua brevità. Edizione tascabile). Le notizie storiche, su Ragusa ed il suo territorio, vennero in massima parte desunte dal già citato opuscolo dal titolo : „Ragusa“ Cenni Storici di Stefano Scurla. V. anche il „Copioso Ristretto degli Annali di Ragusa“. — Libri Quattro, di Giacomo di Pietro I^uccari Gentilhuotno Raguseo, ove si descrive la fondatioue della Città, 1’ origine della Repubblica e suo dominio ecc. fino all’anno 1604. — Di quest’opera, chi scrive queste pagine, possiede un manoscritto, legato in pergamena, dell’anno 1759, benissimo conservato. „Saggio d’ uno studio Storico-Critico sulla Colonia e sul Contadinaggio nel Territorio di Ragusa“ di Antonio degl’Ivellio (Colonia Ragusea) — Ragusa C. Pretner 1873. V. anche : „Mittheilungen der k. k. Centrai- Kommission zur Erhal-tung der Baudenkmale“ 1868, 1. Band, colla descrizione della Statua di San Iìiagio dell’I. R. Capitano Vendelino Boeheim. Nel 961, venne San Biagio, per volontà del popolo, designato a Patrono di Ragusa. Fu in suo onore eretta una Chiesa nel mezzo della Città; ampliata nel 1349 ed insignita dol titolo di Collegiata. Nel 1706, avendo casualmente preso fuoco, fu interamente distrutta dalle fiamme, restando però intatta la statua di San Biagio, d’argento dorato. Nel 1716, sullo stesso luogo di prima, venne rifabbricato, ad onore del Santo, l’attuale tempio e riposta sull’ aitar maggiore la precitata statua, con analoga iscrizione.