UNGHERIA tristi di Csók, ora una rustica colazione « Reggeli » in cui di una straordinaria naturalezza è quel ragazzo, il quale ride beato, presagendo il pasto appetitoso che la mamma, con tanto amore prepara. La sorellina, più fortunata di lui, ha avuto la precedenza ; stringe l’enorme tazzone con avidità felina e beve ingorda ; non si vede il visetto, solo s'intuisce, tondo e paffutello. All’uscita, nell’attraversare le ultime sale, sorrido, con benevola compassione, ad uno di quei custodi, immobile nella sua sedia, dal viso mezzo addormentato, che solo dà segno di vita, contraendosi in un poderoso sbadiglio. * * * Sono tornata nuovamente al Museo di Belle Arti per vedere la Galleria d’arte antica, ove sono conservati preziosi capolavori di artisti stranieri. Ho avuto l’impressione di entrare in una cappella ; un debole chiarore filtrava dai lucernai coperti di neve. Si succedevano le Madonne lievi, immateriali, dall’ovale più o meno perfetto, dai dolci occhi smarriti in un incanto paradisiaco. Fra esse una « Madonna col Bambino » del Pinturicchio e altre della scuola del Perugino. Con particolare ammirazione ho osservato ì