— i95 — di questo, essendo allora Conte di Traù, 1’ eroico Stefano Subic di Bribir. — In segno di riconoscenza, concesse Bela IV ai traurini la piena proprietà del territorio di Drid. — A Traù, muore Guglielmo di Monferrato, nipote di re Bela, e viene sepolto nella Cattedrale. — Di più, Bela confermò le antiche franchigie e concede ai traurini le terre di Ostrog, nonché quelle della columna miliaris romana, al di sotto di Ostrog fino a Smokvica ; anche queste, come le terre di Biac e di Slatine, causa di lunghe sanguinose contese cogli Spalatini. — Nel 1290, era Conte di Traù, Giorgio I dei Subic, fratello di Paolo I, bailo della Croazia. — Il Conte Giorgio era noto per l’efferata violenza; peggio ancora, il di lui successore Paolo II — Paulus secundus Comes Tragurì — figlio del bauo Paolo I e fratello di Mladeno II il prepotente, che richiedeva dal Comune di Traù. carta bianca, e rifiutata questa, alla fine del 1315 assediò la città, che liberata da Venezia, pur dovette obbligarsi a pagargli 10.000 lire. — Fu appunto la prepotenza di Mladeno che costrinse i Traurini, addì 22. Aprile 1322, a mettersi sotto la protezione di Venezia. — Al primo Conte veneto di Traù Mario Morosini devesi la novella redazione del civico Statuto o Capituiare, che era già stato abbozzato la prima volta nel XIII secolo; indi, redatto nel 1316, in sei libri. — La redazione Morosini dell’a. 1322, lo ridusse in tre libri, con modificazioni e correzioni. — Giusta tale terza edizione, il Gran Consiglio che fino allora constava di ottanta membri, doveva in avvenire comporsi di tutti i nobili, di cui gli antenati avevano seggio nello stesso.*) — Eleggeva il Conte, i quattro giudici e le altre cariche. — Da questi si componeva il Consiglio segreto. — Talvolta eleg-gevansi anche dodici savi, che col Consiglio segreto formavano il Consiglio minore. I debitori e gli esiliati potevano venire in città liberamente e dalla stessa a piacimento allontanarsi, negli otto giorni precedenti le festività di San Lorenzo e di San Giovanui Ursino e negli otto giorni seguenti le stesse. — Nel 1327, sotto il doge Giovanni Gradenigo fu compiuto il Catasto dal Comune. — Gravi disordini furono causati dalle lotte fra gli estrinseci (esiliati) e gl’ intrinseci (rimasti in paese). — A queste lotte, diede occasione il fatto aver Marino degli Andreis ucciso in rissa il notajo del Comune e ferito due Consoli — di cui uno era Matteo Zori dei Cega. — Fra le due nobilissime e potenti famiglie, Andreis e Cega, esisteva una grande rivalità. — Dopo l’esilio di Marino, venne Matteo Cega eletto gran Capitano e Podestà. — Nel 1317, coll’ajuto dei Sebenzani, riesci Marino degli Andreis ad entrare a Traù, cacciandovi il potestà Cega. — *) V. „Wappenbuch der Stadt Trau in Dalmatien, gezeichnet und beschrieben von Friedrich Heyer von Rosenfeld“ — Giessen 20 Nov. 1865 (M. S. VIII mit 164 »Seiten und 142 eingemalten Wappen) nonché: „II Re d’Armi di Traù“ del Dr. Francesco Madirazza — Rassegna dalmata Zara N. 71, 72, 73, e 74 dell’anno 1900, riprodotto nell'anno 1910, nel Bollettino araldico genealogico di Venezia, redatto dall’illustre professor de Pellegrini e dal Dott. Cav. A. E. Luxardo.