IL CARNEVALE A BUDAPEST f)J Dall’alto si affacciami nugolo di testine curiose. Terminato il primo capo di scale, nella nicchia di fronte, vediamo un quadro plastico, vivente, ove soldati ungheresi, irrigiditi in una posa statuaria, sbucando da una siepe di verde, paiono pronti a sferrare l’assalto. Ciascuna coppia che sale, sosta un istante, ma quelli non si scompongono ; si direbbero mummificati. Siamo di sopra nel salone principale, immenso, addobbato con semplicità, ma con eleganza, illuminato a giorno da lampadari sfarzosi. Scorgiamo in fondo il gran palco, ove spicca la nota rosso-oro delle poltrone che attendono il Reggente e le altre autorità; nel mezzo della sala ritroviamo anche qui cordoni di soldati nei costumi tradizionali. Intorno altra folla, impaziente, rumorosa : gli uomini in frak, le donne elegantissime. La donna ungherese par sfidi la parigina nell’eleganza. Vedi impeccabili scollature la cui luminosità gareggia col vezzo di perle che le adorna. Nella varietà, nel gusto degli abiti, par di assistere ad una rivista di moda : ne vedi alcuni che carezzosamente avvolgono le sinuose forme, altri con morbidi strascichi che, mollemente ondeggiando, scoprono con ritmo alterno due belle 7