RECENTI PUBBLICAZIONI sulla DALMAZIA. I. „Dalmatiens Architektur und Plastik : Gesammt-Ansichten und Details mit einem reichillustr. Text vom Architekten Cirillo M. Ivekovic k. k. Baurat“ Erster Band. — Wien, Verlag von Anton Schroll & Comp. Questo primo volume del Consigliere Edile Ivekovic contiene bellissime vedute fotografiche della città di Traù e dei suoi monumenti. — Venne pubblicato nel mese di Maggio 1910. II. „Denkmäler der Kunst in Dalmatien ; herausgegeben von Georg Kowalzik, mit einer Einleitung von Cornelius Gurlits — Berlin MCMX, Verlag für Kunstwissenschaft G. M. B. H.“ — (anno 1910). Ambidue queste pubblicazioni sono accompagnate da proemi storici, che risultano però deficienti. — Mentre non si possono abbastanza ammirare le grandiose riproduzioni mediante il disegno e la fotografia, devesi invece osservare che la parte storica e descrittiva, che li accompagna, non trovasi all’ altezza della parte plastica. — I risultati delle serie investigazioni storico-critiche, degli ultimi decenni, non vengono affatto presi in considerazione. E perchè, non si ritenga tale asserzione gratuita, espongonsi brevemente singoli motivi, fra quelli che determinano tale giudizio. ad I. Cominciando colla pubblicazione del Cons. Edile Ivekovic, osservasi fra altro quanto segue: La derivazione del nome di Traù, da Trahu, Tragu, è per lo meno assai originale e curiosa. Tutto quanto adduce l’autore sul dominio bizantino in Dalmazia in generale ad a Traù in particolare è monco od inesatto. Gli apprezzamenti dell’ autore dovevano semplicemente muoversi e svilupparsi nella cerchia dell’architettura della città di Traù e non estrinsecarsi in giudizi e riflessioni, non sempre storicamente fondate. Dell’epoca greca riproditce l’autore la notevole Ara greca votiva, col busto bellissimo di donna e l’iscrizione a caratteri greci sullo zoccolo. — E qui, va il Cons. edile Ivekovic lodato, per essere stato il primo a riprodurre tale ara greca. — Fuori di ciò, dell’ epoca greca, nulla ! Nessun accenno speciale, della iscrizione greca presso le monache, nè delle altre iscrizioni romane e medievali, che di continuo, quà e là vanno