— *34 V isola di Selve passò poi sotto il dominio di Venezia che, nell’ anno 1639, la cedette per la somma di ducati 12.350 al capitano Francesco Soppe. — Più tardi, passò alla famiglia Morosini, che ne mantenne il possesso fino la prima metà del secolo decimonono. — Per un contratto dell’anno 1770, gli abitanti dell’isola pagavano alla famiglia stessa, in cambio dei prodotti del suolo, che dessi percepivano, l’importo annuale complessivo di 2000 lire venete, a titolo di contributo colonico in ragione del quarto dei proventi (c. d. cetvrtina“). Nell’ anno 1838, la famiglia Morosini vendette 1’ isola per l’importo di lire austriache 28.500 a Marco Ragusino da Lussingraude, reduce dall’America e molto ricco. — Il Ragusino non si volle accontentare degl’ importi aversuali, come venivano fino allora prestati, bensì pretese i frutti in natura. — Ne seguì perciò una causa, durata ben tredici anni. — Finalmente, il Ragusino cedette tutti i propri diritti agli abitanti di Selve, per 1’ importo complessivo di 5.025 talleri di Baviera, mediante contratto 19 Marzo 1852, rogiti del notajo Valerio de Ponte di Zara. — Ed in memoria di tale evento, si festeggia a Selve, per voto, la ricorrenza di San Giuseppe. Ritiensi che i primi abitatori del paese, fossero stabiliti presso 1’ antica chiesa di San Giovanni, ancora esistente. — Nel sito, dove trovansi i ruderi del Cenobio di San Francesco, c’ erano prima gli eremiti di Sant’Antonio, colla chiesa di Santa Maria. — Al principio del secolo XIX, fu il convento venduto alla famiglia Paolina di Selve. — La chiesa venne, dalla famiglia stessa, donata al Comune nell’anno 1878.—La chiesa par-rochiale di Santa Maria è grande, con sette altari ; non lungi dalla stessa, trovasi la chiesuola della Madonna dei sette dolori. — In quei pressi c’ è anche la grande cisterna del Comune, eretta in memoria del cinquantesimo anno giubilare di S. M. 1’ Imperatore Francesco Giuseppe I. — Al Campo santo c’ è la spaziosa chiesa di San Marco, con sette cappelle della Via crucis, che va dalla chiesa parrocliiale fino al cimitero, simbolico ed originale pensiero, che conduce dalla vita alla morte. — La chiesa di San Marco venne costruita nel 1638 da Antonio Ventura da Selve, come dal-1’ iscrizione ; „Signor mio, ho dimostrato a Voi — Et ho adempiuto il un ponte. I,e grandi zattere di trasporto dovrebbero venir impiegate pel passaggio dei treni ferroviari da Preluka a Novaglia. I.a linea da Mattuglie a Preluka devrebbe venir assunta dalla Sudbahn e quella da Pago, transitante un ponte girevole, fino a Zara, verrebbe intrapresa dalla ferrovia dello Stato dalmata. Qusto caratteristico progetto dovrebbe essere effettuato quanto prima ed aprirsene l’c-sercizio nell’ anno 1912. E qui, per incidenza si noti, per quanto concerne, in generale, le ferrovìe di allacciamento alla Dalmazia, la dichiarazione fatta dal presidente dei ministri Barone Bienerth nella Delegazione austriaca, addì 12. Nov. 1910, che il Governo ungherese sembra preferire il progetto di linea della Liba, anziché quello della valle dell’ Una. Il Barone Bienerth espresse, nello stesso incontro, la speranza di poter risolvere anche un’ altra questione importantissima per le comunicazioni della Dalmazia : quella della linea Ariano-Bugojno. Iti modo analogo ebbe ad esprimersi anche il Pres. dei Min. Ungheresi Conte Khuen-Hederwary alla Delegazione ungherese, li 16 Nov. 1910. (Nota dell’Autore).