— ig6 — Divenne allora podestà, Bartolo Michieli da Venezia, che ripristinò 1’ ordine. — Ma nel 1320, venne il suo successore nel seggio podestarile, ucciso e dovette intervenire Venezia a por fine alle lotte intestine gravissime. — Dopo il 1330, dovettero i traurini combattere la Contessa Elena Subic di Clissa. — I traurini, alleatisi cogli Spalatini, coi Sebenzani e col Conte Nelipic, costrinsero Elena a lasciar libera la strada. Nel 1345., decisero i traurini di mettersi sotto la protezione di Lodovico I di Ungheria. — Ai 9 Luglio 1357, chiudono le porte al Conte veneto Marco Bembo, che si era recato ad ascoltare la Messa nel convento francescano fuori di città (dove attualmente trovasi la Chiesa della Madonna degli Angeli). — Il Conte dovette partire per Venezia. — Colla pace di Zara dei 18 febbraio 1358, Venezia cedette Traùa re Lodovico I. Ai 5 Dicembre 1357, in occasione di un tumulto cittadino, era stato a Traù gravemente ferito il vescovo di Lesina e parecchie case patrizie erano state saccheggiate. — L’amministrazione interna venne modificata da Lodovico I., venendo stabilita l’appellazione giudiziale al re in ultima istanza. — Venne costituita la Camera centrale pel trentesimo, pel dazio d’entrata e pel commercio, dei cui proventi, come anche del sale, volle il Re per sè la metà, diritti prima spettanti per intero al Comune. Durante la guerra fra Venezia e Genova, alleata di Lodovico, la flotta genovese passò l’invernata dell’a. 1378, nel porto di Traù, all’uopo bene fortificato, assieme all’ isola Bua. — L’entrata del porto fu chiusa con grandi pietre e barche affondate (c. d. porporella). — Addì 16 Novembre 1378., la flotta veneziana, commandata da Vittor Pisani, arrivò sotto Traù. Non riescendo però di prendere la città, operò uno sbarco sull’ isola Bua, trovando però una così accanita resistenza, da dover far ritorno alle navi. — I Genovesi rimasero a Traù, acquartierati nelle case e nei conventi; riattarono le fortificazioni, molestando incessantemente le navi venete. Fra le 57 navi della flotta genovese, eranvi sette galee dalmatiche, di cui una traurina, commandata dal sopracomito Casotti. — Nel 1381., re Lodovico regalò 2000 fi. ai traurini, perchè completassero le mura del borgo. — Dopo la morte di Lodovico, rimase Traù fedele alle regine Elisabetta e Maria. — Un partito contrario a re Sigismondo organizzò la civica rivolta del 1386, in cui fu cacciato il conte Paolo de Paolo da Zara. — In una seconda sommossa del 27 Dicembre 1387, furono uccisi parecchi nobili ed altri riescirono a salvarsi colla fuga. Addì 9 Maggio 1390, Traù riconobbe la signoria del re di Bosnia Tvrtko I, che addì 8 Giugno confermò gli antichi privilegi e diritti. — Il suo successore Stefano Dabisa fece lo stesso, ma poi nel 1393 cedette tutti i suoi possessi a Sigismondo d’Ungheria. — Essendo bano di Dalmazia Nicola Gorjanski, nel 1395, si riprodussero le sopite fazioni intestine. — I traurini erano favoreggiatori degli estrinseci, nobili Spalatini, che si erano ricoverati a Traù.