'^giornata piovosa oggi. Per sfuggire alla noia vado a nuotare. Fra le tante piscine coperte scelgo quella nell’isola di S. Margherita, la più bella e la più frequentata. Lo spogliatoio è rigorosamente separato per uomini e donne, ma, nel bagno, non c’è più clausura chè, altrimenti, non godrebbe le simpatie del pubblico. Sugli armadi attaccapanni, per i più economi, e nelle cabine, per i più generosi, un piccolo orologio segna l’ora quando ti spogli e la controlla quando ti vesti perchè il biglietto d’ingresso scade dopo tre ore. Nel salone della piscina par folgori l’estate sulla più bella spiaggia mondana : nudità audaci, co-stumini succinti, pijami capricciosi, cuffiette multicolori, spruzzi, gare di nuoto e di tuffi. Guizzano le sirenette a fi or d’aqua, tentatrici : qualche gambetta rimane prigioniera ; il sottomarino affiora, la sirenetta si divincola e fugge. La piscina è lunga trentatrè metri, profonda cinque, così che cartelli posti sulle rive avvisano