— ¿7 A nuove riforme soggiacque lo Statuto di Zara, d’ordine del Senato, iìegli anni: 1490, 1558. — Nell’anno 1564, fu lo Statuto pubblicato con le stampe, a cura di Gianfraucesco Salamoni Conte di Zara. Che democratica fosse la forma del nostro municipale governo, dacché le città marittime della Dalmazia nel secolo IX, si dichiararono indipendenti dall'impero greco, lo afferma il Lucio (De Reg. Daini. II, c. 16). — Nel 986, il Priore di Zara consegnava ai benedettini, San Grisogono (Parlati Illyr. sac. V. 41), col consenso dei nobili e del popolo. — Nel 1072, il Vescovo, il Priore, il clero ed il popolo (uobiles et ignobiles — ut mos est generalis Consilii) donarono al Monastero di Santa Maria l’i-sola di Selve. — Nel 1117, il Clero ed il popolo eleggevano il Vescovo ed il Conte. — Nel 1203, il Capitolo, il Conte e la universalità dei cittadini donarono la chiesa di San Demetrio ai benedettini di Tkon. — I Re di Croazia e di Ungheria, cercarono di favorire /’ aristocrazia ed a poco a poco il Consiglio divenne un corpo chiuso municipale, ad imitazione di Venezia (più tardi che negli altri luoghi, a Zara). E probabile, che in origine si raccogliesse l’universitas civitatis nella piazza 0 nella Loggia del Comune. — In origine, la nobiltà veniva considerata come un fregio meritevole d’un maggior sociale riguardo, ma all’ingresso in consiglio dava il diritto la cittadinanza ; perciò, nei vecchi atti, al titolo di nobilis, l’altro sempre accompagnasi di civis fadrae; e di cittadinanza parla soltanto lo Statuto di Zara nella più antica sua parte (lib. V. cap. XXXV). — Vi si desumono inoltre le pratiche rigorose, che per acquistar la cittadinanza in quel tempo richiedevansi : proposta dei Rettori, ballotazioni ecc. — Crede il Lucio, che democratico continuasse il governo delle città dalmate fino al sec. XV, in cui stabilimente passarono sotto il dominio veneto (lib. VI, cap. 2) e l’autorità municipale, senza alcuna speciale disposizione dello Statuto sia passata in mano dei soli nobili, come era già avvenuto a Venezia (c. d. Serrata del gran Consiglio). Durante il dominio veneto, dal 1409 al 1797, i cittadini esercitavano qualche influenza sul governo del Comune, mediante la Scuola di San Giacomo, cui erano a Zara ascritti quelli del ceto medio. — E così, a poco a poco, ci furono i tre ceti : dei nobili, cittadini e popolani, senza però che tale divisione venisse sancita da una legge. Anche a Ragusa, che, al dire dell’Appendiui, era divisa come Venezia nelle tre classi dei nobili, dei cittadini e degli artigiani, i cittadini dovevano essere aggregati alle confraternite di Sant’ Antonio e di San Lazzaro (Not. di Ragusa I, 185). Le consuetudini, furono prima della redazione degli statuti, la norma dei diritti civili e penali. Lo statuto di Lesina porta scritto nell’ esordio : ,,Hic est liber Sta-„tutorum Communitatis Pharae, compositus et conditus in Millesimo