— 198 — impalcature. — Rimase però intatto l’interno. — benissimo conservato, col grande tavoliere di marmo e le panche. — Sulla parete laterale vedesi il Leone veneto, col motto : „Injusti punientur et Semen Impiorum peribit“, sormontato da ima figura simbolica che rappresenta la giustizia (Justitia alata) con due angeli portarotuli, due figure di Santi (San Lorenzo e San Giovanni Traurino) e due grandi candelabri ; scudi gentilizi ed ornamenti, coi quali l’arte ha saputo pompeggiare nella Renaissance ; il tutto, opera fatta probabilmente in più riprese, dal quattrocento al seicento. ,,Sepius „Praetorum Studio, Porticus haec illustrata fuit ; Verum Ambrosii Cornelii „Cura Longe aliis illustriorem Reddidit MDCVI.“ leggesi sopra la tavola. Le sei grandiose colonne di marmo („erectis alta columnis“) che sorreggono il tetto, appartengono ad un diverso periodo, precedente quello in cui fu eseguita la decorazione interna. — I capitelli, bizantino-ravennati, risalgono evidentemente fin oltre il duodecimo secolo. Invece, sopra la tavola, il rilievo in marmo, ristaurato nell’anno 1606, appartiene alla prima metà del XII secolo. Il Duomo di Traù, qui non si descrive, perchè non lo consente l’argomento del presente lavoro. (Chi scrive queste linee ha dedicato a Traù ed alla Chiesa di Traù una ventina di appendici, pubblicati nella Rassegna dalmata (Smotra) di Zara). V. „La Chiesa di Traù, descritta dall’Abate Vincenzo de Celio-Cega nell’anno 1854“ — Spalato, Tip. M. V. Piperata e figlio 1855; nonché: „Die Mittelalterlichen Kunstdenkmale Dalmatiens in Arbe, Zara, Nona, Sebenico, Traù, Spalato und Ragusa“: Von R. Eitelberger von Edelberg. Mit 115 Illustrationen ini Text u. Tafeln nacli den Zeichnungen des Architekten Winfried Zimmermann. Trattandosi però, di un grande patrio monumento di arte e di storia, si noti, in generale, che la Chiesa è una basilica romanica a tre navate. — Nel grande portale di Radovano, (1240) ritenuto il più bello che ci sia neirAustria-Unglieria, sono scolpite sulle cornici e sul timpano, figure del Nuovo e del Vecchio Testamento, profeti, simboli del calendario, dell’industria, della fauna e della flora. — Sonvi due cappelle; quella del Battistero di „Andreas Alexius Duracchinus opifex“ (1467), dove sarebbe gotica la cornice ricca, a doppio ordine di foglie e gotici sarebbero anche i costoloni tortili del soffitto a volta acuta. — (V. „Visioni d’arte e di Storia in Dalmazia“ nel periodico ,,Il Dalmata“ di Zara N. 88, anno 1907. — Appendice di L. Ossola). — All’incontro, nella stessa cappella, classici sarebbero i lacunari a rosetta del soffitto. — Epperò, non mi accordo pienamente con queste vedute, che riporto perchè mi sembrano concepite con intuito e senso di arte, in quanto i motivi ornamentali della Cappella del Battistero e di quella del Beato Orsini, ancora più ricca, possono essere quà e là imitazioni, di stile diverso, ma non presentano