— 342 — pella stessa viene visitata dagli abitanti greco-orientali di Spizza, nel giorno in cui ricorre la festa ortodossa dell’ Imperatore Costantino — pochi giorni avanti il Corpus Domini cattolico — e ciò in seguito a disposizione, che vuoisi emessa dal vescovo d’Ipek nella vecchia Serbia (Pecki Vladika) nella sua visita pastorale dell’anno 1869. — Prima di quest’anno, andavano gli Spizzanotti d’ambo i riti processionalmente a Ratac in comune, nel giorno del Corpus Domini ed ai 15 di agosto, ed ivi assistevano alla S. Messa ed altre funzioni religiose. — Si racconta, essere tale costumanza cessata, per la predetta vescovile disposizione, in seguito ad una predica dell’ arcivescovo Carlo Pooten, ritenuta offensiva dai presenti greco-orientali. Trovansi ancora le vestigia di un acquedotto, che conduceva al convento 1’ acqua di Podratac, mediante tubi sotterranei — In due luoghi, attraversa il fianco del monte roccioso, scavato a foggia di galleria ; scor-gesi ancora tutta la traccia della conduttura e veggonsi gli avanzi dei canali in terracotta. — La leggenda narra di tesori, che dovrebbero trovarsi sepolti fra i ruderi del vecchio convento. E di tratto in tratto, veggonsi dei buchi, fatti nascostamente da misteriosi cercatori, probabilmente nel silenzio della mezzanotte e con l’osservanza degli strani rituali tramandati. — Non si presenta del tutto improbabile però, che sotto le rovine di questo monastero, con ispaventevole efferatezza distrutto per sorpresa, dalle palle turcliesche nel secolo XVII, ci sieno arredi e forse anche oggetti di pregio. Delle chiesuole, disseminate per colli e piani, va notata quella di Santa Tecla (Sveta Cekla) a Gjengjiuovic, dove cattolici ed ortodossi tengono assieme le sacre funzioni. — In fondo, sonvi gl’iconostasi ; da un lato, l’altarino cattolico, e di fuori un altro altarino vicino l’ingresso. — Quando il tempo lo permette, il sacerdote cattolico funziona sull’ altarino all’aperto, mentre il popolo prega inginocchiato sui sepolcri, all’ombra delle grandi quercie, che circondano il sacro recinto. — Il camposanto serve pei fedeli d’ambi i riti ; tutti fratelli, congiunti assieme anche nella morte ; avanzo di un pietoso costume che, cessata la lotta secolare fra la croce e la mezzaluna, va perdendosi, non più ammesso dalle severe dottrine rituali. Vuoisi essere stata Santa Tecla la collegiata latina del territorio (Sa-borna crkva latinska). — Trovasi nella stessa chiesa un mausoleo vescovile, con un’iscrizione italiana in cattivi caratteri. — La bellissima pietra sepolcrale dovrebbe esservi stata portata da Dioclea o da Antivari. — Nell’iscrizione rilevansi le parole: „Qui giacciono 1’ossa del Giorga...“ il resto, indecifrabile. — Questi sarebbe il vescovo Giorga (Giorgio?) di Brca, ancora ricordata dal popolo pel suo testamento (,,Testamenat Biskupa Gjorga“), con cui avrebbe lasciati denari ai poveri, terreni alle chiese e consigli al popolo. — Sulla lapide sepolcrale suaccennata, è scolpito un