— 148 —• II Duomo di Sebenico fu studiato ed illustrato, fino agli ultimi anni, dal benemerito suo vescovo Fosco ; ai suoi disegni ebbe Paolo Bioni a dedicare buona parte di vita; ne scrisse Nicolò Tommaseo (V. „Osservazioni di Nicolò Tommaseo“, sulle Memorie del Canonico Fosco — Zara Tip. Woditzka 1874); i suoi stemmi ed emblemi amorevolmente descrisse il Dottor Federico Antonio Galvani. —• L’architetto della Cattedrale fu Giorgio, della romana casata degli Orsini, — Maestro Giorgio di Matteo, detto il Dalmatico. — Il duomo, di cui fu iniziata la fabbrica, il 9 Aprile 1431, da Antonio delle Massegne di Venezia; continuata nel 1441, da Giorgio Orsini il Dalmatico e finalmente dal 1477 al 1517, da Nicolò Fiorentino, è una fusione di gotico e di rinascimento veneto. Ha tabernacoli di stile ogivale ed absidi, con tribune bramantesche ; vero esemplare di uno stile di transizione. — Secondo alcuni, i costoloni della lanterna rammentano le cupole di Santa Maria del Fiore e di San Lorenzo, a Firenze. — (V. „Sebenico ed il suo Duomo“ del Dottor Francesco Madirazza, nella Rassegna Dalmata di Zara — N. 64 e seguenti — Agosto 1898). L■ Ossola nel „Dalmata“ di Zara N. 89 del 6 Novembre 1907, in un bellissimo articolo, dal titolo : ,,La culla del Rinascimento dalmata", fra altro, osserva con vero senso di arte quanto segue : „Ricchissimi capitelli a fogliami gotici reggono i pilastri della crociera; una stupenda cornice gotica, a doppio ordine di foglie attorcigliate e volte in senso opposto, gira tutto attorno alla gran nave centrale, mentre subito sopra, corre una stretta zona a pilastrini scanalati, riproducente il motivo dei matronei e finalmente, sopra, sull’ alta nave centrale, si piega l’elegantissima volta semicilindrica. All’ esterno, il tempio con le belle volte semicilindriche ; coi frontoni, alla veneta, a mezzocerchio ; con la bella cupola poligonale, posata su un tamburo, traforato da finestre arcuate. La decorazione sculturale del tempio è ricchissima. Oltre i portali, ornati di colonnine intarsiate e di statue, tutta la cornice e gli archetti all’ esterno, dal lato della piazza, ed un’ altra cornice bassa, attorno alle absidi e alle cappelle vicine, sono ornate di teste umane o leonine. Meritevole di speciale attenzione, sul lato della piazza, è il bassorilievo in tondo, rappresentante San Girolamo nel deserto, forse opera di Andrea Alessi da Durazzo. A questo stesso maestro si può attribuire anche il fregio sottostante, coi puttini „reggi-festoni“, tanto diverso dal gusto di tutto il resto della decorazione ed improntato invece al carattere classicheggiante dell’Alessi. Un’ altra opera ancora in questo duomo, può essere ascritto alla sua arte : i quattro angeli a bassorilievo, sul soffitto del Battistero. La selva di ornati gotici, a timpani acuti, archetti polilobi, rosette, è tutta opera ideata dall’ Orsini.