176 UNGHERIA ansiosi, domani saranno essi i fedeli narratori. C’era una volta, in un tempo lontano lontano, ancor prima che gli ungheresi abitassero la bella terra magiara, Rad, re dei Longobardi, uomo di statura gigantesca, di forza erculea, dall’aspetto feroce. Una lunga barba color di rame, più fosco rendeva il suo volto e due occhi saettanti, imperiosi, incutevano sgomento ancor prima che parlasse. Tre uomini non potevano sollevare la sua scure ! L’indole focosa e battagliera del re e dei suoi sudditi li spingeva ad uscire in campo a guisa di vespe e, per le loro provocazioni, scoppiavano guerre lunghe e sanguinose, in cui i nemici, non solo avevano la peggio, ma mai riuscivano a raccontare le vicende della battaglia. Un giorno il terribile Rad, in una di queste lotte con i suoi vicini, chiese l’aiuto del bel re degli Avari, Csorsz, signore della regione del Tibisco. I due valorosi condottieri, insieme riuniti, seminarono intorno la strage e la morte, come per un’irruente bufera. I vincitori si divisero il ricco bottino. Ogni guerriero fu soddisfatto della sua parte, ma Csorsz ardeva d’altra brama ! Egli era innamorato della figlia di Rad, la bella Délibàb ; le grazie della fanciulla avevano conquistato il suo cuore.Sognava giorno e notte la «bella