400 stava ancora a farsi la parte più ardua dell’ impresa, quella cioè di prendere il terzo nel quale stavano la moschea, la casa del governatore, i quartieri, le cisterne e le munizioni. Fa terribile lo scontro, ma i cannoni piantati in luogo opportuno dal barone Massimiliano d’ Eberstein fulminavano per modo il luogo colle bombe, che le donne, i fanciulli, gli abitanti tutti ad alte grida chiedevano la resa. Fu alzata finalmente dai Turchi la bandiera bianca, e usciti cinque dei principali a parlamentare l’ultimo di marzo del 1648, i Veneziani entrarono in possesso di Clissa con tanto valore acquistata. Recò questo avvenimento molta allegrezza a Venezia siccome quello che ad assicurare le cose sue in Dalmazia non poco dovea contribuire. Sul mare invece grave infortunio colpiva la veneziana fiotta in quello stesso mese di marzo, poiché disegnando il Grimani recarsi con ventiquattro galee, cinque galeazze e ventisette navi a chiudere il passo dei Dardanelli, per tenere il nemico lontano da Candia, o costringerlo a battaglia, si levò la notte del 17 nel porto di Absara fiera procella che spezzate le fimi, strappate le ancore, slanciava qua e colà le navi a infrangersi senza riparo negli scogli, reso essendo impossibile ai nocchieri nell’oscurità 1’ opportunamente manovrare, e dall’ infuriare del vento e dal muggir delle onde l’udire gli ordini dei capitani. Diciotto galee per simil modo miseramente perirono, nove vascelli furono perduti, vagava la galea stessa del generale senza timone, senza alberi, senza vele ora gettata verso terra, ora verso il mare respinta, quand’egli che confortando le sue-genti scorreva lungo la corsia, soprapreso da un’ ondata fu rovesciato semivivo sui banchi, poi da un’altra rapito, e tutto il legno sommerso (1). '1) Descrizione del fatto. Ood. CCXI, p. 134 alla Marciana.