S80 della quale cominciò allora il lungo assedio che durar doveva ben ventidue anni. Sul mare però, la fortuna continuava per lo più a favorire i Veneziani. Il capitan generale Grimani teneva assediata la flotta del capitano Bascià nell’isola di Scio, se non che il Turco profittando dell’oscurità d’ una notte potè tacitamente uscirne con parte della flotta e ridursi a Metelino, donde sempre inseguito dai Veneziani dovette ricoverare a Napoli di Romania. I Veneziani, animati dall’esempio di Lorenzo Marcello, prendevano sotto i suoi occhi, e perfino sotto il cannone della fortezza di Cisme, buon numero di barche turche cariche di provisioni e munizioni destinate per la Canea. Chiamò allora il capitan generale Grimani la consulta per deliberare se inseguendo il nemico fosse da spingersi fin sotto a Napoli di Romania, ovveramente contentarsi del tenervelo bloccato, e mandare una parte della flotta sotto il Provveditor generale Mocenigo a continuare altresì il blocco del resto delle navi turche in Scio (1). Accettato l’ultimo partito vi si recò infatti il Mocenigo, e trovati ancora colà i Turchi, disegnava avanzarsi nel canale di quell’ isola ed offrir la battaglia, chiedendo a ciò rinforzo dal Capitan generale (2). Ma questo invece conoscendo da un canto il rischio dell’impresa, e dall’ altro la impossibilità in cui era di sminuire ancor più le proprie forze, mentre da Costantinopoli preparavansi nuovi rinforzi, mandò ordine invece al Mocenigo di venire a congiungere 1’ armata in un corpo solo. Del che scriveva il Mocenigo : « Non posso rappresentare alle Eccellenze Vostre quanto rammarico ebbero sentito non solo i comandanti di questa squadra, ma tutt’ i cavalieri e soldati per la predetta risoluzione, vedendosi preclusa la via della gloria che tanto bramavano, e non hanno potuto ritenersi di non (1) Dispacci Prov. gen. da mar Alvise Mocenigo, giugno 1647. (2) Ib. 24 agosto.